La Costituzione come Norma Fondamentale
Approfondisci il concetto di Costituzione come norma fondamentale e le sue implicazioni giuridiche.
La Costituzione rappresenta la norma fondamentale dell'ordinamento giuridico italiano, collocandosi al vertice della gerarchia delle fonti del diritto. Entrata in vigore il 1º gennaio 1948. Si tratta di una Costituzione rigida, democratica e fondata sui principi dello Stato di diritto. La sua importanza nel sistema giuridico italiano è assoluta, poiché stabilisce i diritti e i doveri dei cittadini, l'organizzazione dello Stato e i principi fondamentali della convivenza civile. La supremazia della nostra carta costituzionale si manifesta sia sul piano formale che sostanziale, definendo i principi fondamentali e i diritti inviolabili che caratterizzano l'identità dell'ordinamento costituzionale.
Essa rappresenta il fondamento dell'intero ordinamento giuridico nazionale, collocandosi, come anzidetto, al vertice della gerarchia delle fonti del diritto. Come affermato dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 45/2005, la nostra Costituzione incorpora i principi supremi che caratterizzano l'identità dell'ordinamento costituzionale. La sua natura di norma fondamentale deriva non solo dalla sua posizione apicale nel sistema delle fonti, ma anche dal suo contenuto sostanziale, che definisce i valori fondanti della Repubblica e i diritti inviolabili della persona. Di seguito analizzeremo i principali aspetti che sono alla base di questa che fu una grande intuizione espressione di democrazia, seppur negli ultimi anni, e soprattutto con i recenti atteggiamenti del Governo nostrano in ordine allo sviluppo delle guerre in Ucraina e in Palestina, probabilmente si è vista colpire in modo incisivo alcuni suoi principi cardini.
Che cosa si intende per "norma fondamentale"?
Definizione giuridica di norma fondamentale
Nel contesto della Costituzione italiana, per "norma fondamentale" si intende una norma che costituisce il fondamento dell’intero ordinamento giuridico, ovvero un principio che stabilisce le basi su cui si regge l’organizzazione dello Stato e la convivenza sociale. Una norma fondamentale è una disposizione giuridica che costituisce il principio fondante dell’intero ordinamento, stabilendo i valori essenziali e le basi istituzionali dello Stato. Nella Costituzione italiana, tali norme si trovano principalmente nei primi 12 articoli, che enunciano i principi fondamentali della Repubblica. Queste norme sono caratterizzate da superiorità gerarchica, rigidezza e immodificabilità, e vincolano ogni altra fonte del diritto.
Differenza tra norme ordinarie e norme fondamentali
La distinzione tra norme ordinarie e norme fondamentali rappresenta uno dei pilastri fondamentali del sistema giuridico italiano. Questa differenziazione si manifesta su diversi piani e comporta importanti conseguenze pratiche nell'applicazione del diritto.
Le norme fondamentali, contenute principalmente nella Costituzione, si caratterizzano per la loro posizione apicale nella gerarchia delle fonti del diritto. Come stabilito dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 238/2014, esse incorporano i principi supremi dell'ordinamento e i diritti inalienabili della persona, costituendo il parametro di legittimità per tutte le altre norme. La loro modifica richiede un procedimento aggravato, disciplinato dall'art. 138 della Costituzione, che prevede una doppia deliberazione parlamentare e, in alcuni casi, il referendum popolare.
Le norme ordinarie, invece, sono collocate in una posizione gerarchicamente subordinata e devono necessariamente conformarsi ai precetti costituzionali. Esse vengono approvate attraverso il normale procedimento legislativo e possono essere modificate o abrogate con maggiore facilità. Come evidenziato nella sentenza n. 1/2013 della Corte Costituzionale, le norme ordinarie devono essere interpretate alla luce delle norme costituzionali e non viceversa.
Un'altra differenza sostanziale riguarda il contenuto: mentre le norme fondamentali stabiliscono principi generali, diritti inviolabili e regole di organizzazione dei poteri pubblici, le norme ordinarie disciplinano aspetti più specifici e settoriali dell'ordinamento. Le prime hanno una funzione costitutiva dell'ordinamento stesso, mentre le seconde hanno una funzione attuativa e regolativa.
La distinzione si riflette anche sul piano del controllo di legittimità. Le norme ordinarie sono soggette al controllo di costituzionalità da parte della Corte Costituzionale, che può dichiararne l'illegittimità qualora contrastino con le norme fondamentali. Questo meccanismo di controllo, previsto dall'art. 134 della Costituzione, garantisce la supremazia delle norme fondamentali e l'unitarietà dell'ordinamento giuridico.
Inoltre, mentre le norme ordinarie possono essere derogate o modificate da altre norme di pari grado successive nel tempo, le norme fondamentali (i primi 12 articoli) costituiscono un nucleo intangibile di principi che non può essere alterato nemmeno attraverso il procedimento di revisione costituzionale, come più volte ribadito dalla giurisprudenza costituzionale.
Questa differenziazione non è meramente formale ma risponde all'esigenza di garantire la stabilità dei valori fondamentali dell'ordinamento e la loro prevalenza rispetto alle contingenti scelte politiche del legislatore ordinario, assicurando così la tutela dei diritti fondamentali e il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche.
Norme fondamentali:
- Sono al vertice della gerarchia delle fonti del diritto;
- Riguardano i principi essenziali dello Stato e i diritti inviolabili;
- Modificabili solo con il procedimento di revisione costituzionale (art. 138 Cost.) eccetto i principi generali dell’Ordinamento giuridico italiano di cui agli artt. 1-12, per loro natura immodificabili (c.d. rigidità costituzionale);
- Vincolano tutte le altre norme e istituzioni dello Stato;
Norme ordinarie:
- Sono subordinate alle norme costituzionali;
- Regolano aspetti specifici della vita sociale e giuridica;
- Possono essere modificate con una legge ordinaria;
- Devono conformarsi alle norme fondamentali
Carattere vincolante della Costituzione
La Costituzione italiana è una Costituzione rigida, il che significa che ha un valore superiore a tutte le altre norme giuridiche e vincola tutti i poteri dello Stato. Più segnatamente:
- Vincola il legislatore: ogni legge deve rispettare i principi costituzionali, altrimenti può essere dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale;
- Vincola il potere esecutivo: il Governo deve esercitare le sue funzioni nel rispetto della Costituzione;
- Vincola la magistratura: i giudici devono interpretare e applicare le leggi in modo conforme ai principi costituzionali.
Questa superiorità è garantita dal controllo di legittimità costituzionale, affidato alla Corte Costituzionale, che può annullare le leggi in contrasto con la Costituzione.
La supremazia della Costituzione nell’ordinamento italiano
Il principio della gerarchia delle fonti
Il principio della gerarchia delle fonti rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell'ordinamento giuridico italiano, stabilendo un ordine di prevalenza tra le diverse fonti del diritto. Questo principio è essenziale per garantire la coerenza e l'unità dell'ordinamento giuridico.
Pertanto, le norme di livello inferiore devono rispettare quelle di grado (o rango) superiore, altrimenti possono essere annullate o dichiarate illegittime. Secondo quanto emerge dalla giurisprudenza, in particolare dalla sentenza TAR Lecce n. 743/2022, la scala gerarchica delle fonti del diritto vede al vertice la Costituzione e le leggi costituzionali, seguite nell'ordine dalle norme dell'Unione Europea immediatamente efficaci ed applicabili (come i Regolamenti), dalle leggi nazionali ordinarie, dalle Direttive UE, dai regolamenti nazionali.
La gerarchia delle Fonti del diritto può essere così sinteticamente suddivisa:
- Costituzione e leggi costituzionali o Fonte di grado costituzionale: al vertice della gerarchia, indi prevalgono su tutte le altre fonti;
- Fonti sovranazionali (UE e trattati internazionali): Il diritto dell’Unione Europea ha prevalenza sul diritto interno, salvo i principi fondamentali della Costituzione;
- Leggi ordinarie e atti con forza di legge: Le leggi approvate dal Parlamento e i decreti legislativi/decreti-legge hanno valore generale ma devono rispettare la Costituzione e il diritto UE;
- Regolamenti e atti amministrativi: norme di rango inferiore (ministeriali, regionali, comunali) e devono conformarsi alle leggi ordinarie.
Il ruolo della Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale rappresenta il pilastro del sistema di garanzia della Costituzione italiana. È un organo indipendente, creato per vigilare sulla conformità delle leggi ai principi fondamentali dello Stato, assicurando che nessuna norma contrasti con i valori fondanti della Repubblica. Si è discussa sulla natura giuridica di tale organo, considerato dai più come un organo di giustizia, ma non appartenente alla Giurisdizione, poiché giudica il diritto ma non lo esprime. Piero Calamandrei, definiva la Corte come una sorta di organo para-legislativo, estraneo al potere giudiziario e più attinente a quello legislativo.
La sua esistenza risponde all’esigenza di preservare l’unità e la coerenza dell’ordinamento giuridico, evitando che il legislatore o il Governo possano introdurre norme in contrasto con i diritti e le libertà garantite dalla Carta costituzionale. In questo senso, la Corte non è solo un giudice delle leggi, ma anche un baluardo della democrazia e dello Stato di diritto. La sua attività si sviluppa attraverso il controllo di costituzionalità sulle leggi, un potere che si attiva su richiesta di altri organi giuridici o istituzionali. Quando una norma è ritenuta incostituzionale, viene dichiarata nulla e perde efficacia, garantendo così che il diritto rimanga sempre conforme ai principi supremi dello Stato. Oltre a questo ruolo di custode della legalità costituzionale, la Corte interviene nelle controversie tra i vari poteri dello Stato, risolvendo conflitti che potrebbero compromettere l’equilibrio istituzionale.
La sua funzione non è meramente tecnica, ma ha una forte rilevanza politica e sociale, influenzando profondamente il sistema giuridico e la vita dei cittadini. la Corte Costituzionale incarna il principio della supremazia della Costituzione, agendo come garante ultimo dei diritti inviolabili e dell’ordinamento democratico.
Applicazioni pratiche della supremazia costituzionale
La supremazia costituzionale si manifesta in diverse applicazioni pratiche nel sistema giuridico italiano, garantendo che tutte le norme e gli atti siano conformi ai principi fondamentali della Costituzione. Ecco alcuni esempi concreti:
- Controllo di costituzionalità delle leggi: La Corte Costituzionale verifica che le leggi dello Stato e delle Regioni siano conformi alla Costituzione. Se una norma risulta in contrasto con i principi costituzionali, la Corte la dichiara incostituzionale, rendendola priva di efficacia: Esempio: Nel 2014, la Corte ha dichiarato incostituzionale il divieto assoluto di fecondazione eterologa (sentenza n. 162/2014), garantendo il diritto alla procreazione medicalmente assistita;
- Applicazione diretta dei principi costituzionali nei giudizi: I giudici ordinari devono interpretare e applicare le leggi in conformità alla Costituzione, disapplicando le norme che potrebbero violarla e, se necessario, sollevando una questione di costituzionalità davanti alla Corte: Esempio: I giudici hanno riconosciuto il diritto alle unioni civili tra persone dello stesso sesso prima della legge del 2016, basandosi sui principi costituzionali di uguaglianza e dignità.
- Prevalenza della Costituzione sulle fonti internazionali e comunitarie: Le norme internazionali e dell’Unione Europea devono rispettare i principi fondamentali della Costituzione. In caso di conflitto, spetta alla Corte Costituzionale stabilire se la norma sovranazionale possa essere applicata. Esempio: Nel 2007, la Corte ha dichiarato inapplicabile una norma comunitaria sulla confisca dei beni, perché in contrasto con il diritto di difesa garantito dalla Costituzione (sentenza n. 284/2007).
- Vincolo per l’azione legislativa e amministrativa: Il Parlamento e il Governo devono rispettare i limiti imposti dalla Costituzione nella creazione di leggi e atti amministrativi. Esempio: Il Presidente della Repubblica può rifiutare la promulgazione di una legge ritenuta incostituzionale, come avvenuto nel 2006 per una norma sulle intercettazioni.
La supremazia costituzionale garantisce quindi che l’intero sistema giuridico sia sempre conforme ai principi fondamentali dello Stato democratico.
Origini storiche della Costituzione italiana
Contesto storico post-bellico
L’idea di dare vita alla Costituzione italiana nasce nel contesto della ricostruzione democratica dell’Italia dopo la caduta del fascismo e la fine della Seconda guerra mondiale. Ci troviamo nel difficile periodo del dopoguerra, in un'Italia profondamente segnata dalla dittatura fascista, dalla Seconda Guerra Mondiale e dalla resistenza contro il nazifascismo. Il Paese esce dal conflitto devastato materialmente, politicamente e socialmente, con la necessità di ricostruire non solo le infrastrutture e l’economia, ma anche le basi della convivenza civile e dello Stato di diritto.
Dopo la caduta del regime fascista nel 1943 e l’armistizio dell’8 settembre, l’Italia vive due anni di lotta tra il governo monarchico nel Sud, controllato dagli Alleati, e l’occupazione nazista al Nord, contrastata dai partigiani. La Resistenza non è solo un fenomeno militare, ma anche il luogo in cui maturano i principi fondamentali che saranno poi alla base della Costituzione: libertà, giustizia sociale, democrazia e diritti fondamentali. É proprio con la fine della guerra e la liberazione dell'Italia il 25 aprile 1945, che si apre una nuova fase politica. Il 2 giugno 1946 gli italiani vengono chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica con un referendum, e contemporaneamente eleggono i membri dell’Assemblea Costituente, incaricata di redigere la nuova Carta costituzionale. La vittoria della Repubblica segna una svolta epocale: per la prima volta, il popolo italiano partecipa direttamente alla costruzione di un nuovo ordinamento democratico.
I lavori dell’Assemblea Costituente
L’Assemblea Costituente, eletta il 2 giugno 1946, fu l’organo incaricato di redigere la Costituzione della Repubblica Italiana. Composta da 556 membri, appartenenti a diverse forze politiche che avevano contribuito alla lotta antifascista (comunisti, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani), lavora per oltre un anno con l’obiettivo di creare una Costituzione che garantisca la libertà e impedisca il ritorno di forme autoritarie.
Dopo l’insediamento, avvenuto il 25 giugno 1946, l’Assemblea divise il proprio lavoro in tre fasi principali: 1) Dichiarazioni generali e discussioni preliminari; 2) Lavoro delle Commissioni; 3) Dibattito e approvazione finale.
Uno degli aspetti più significativi dei lavori dell’Assemblea Costituente fu il compromesso tra ideologie diverse, che permise di creare una Carta condivisa sia dalle forze cattoliche, sia da quelle socialiste e comuniste, sia dalle tradizioni liberali e repubblicane. Ne risultò una Costituzione rigida, fondata su principi di democrazia, uguaglianza e giustizia sociale, destinata a garantire la stabilità istituzionale e la protezione dei diritti fondamentali.
Il 22 dicembre 1947 la Costituzione viene approvata e entra in vigore il 1° gennaio 1948.
Influenza dei valori antifascisti e democratici per la nascita della costituzione
L'influenza dei valori antifascisti e democratici sulla nascita della Costituzione italiana rappresenta un elemento fondamentale per comprendere la struttura e i principi del nostro ordinamento costituzionale. Dall'analisi delle fonti emerge chiaramente come la Costituzione italiana sia stata plasmata da una precisa volontà di rottura con il regime fascista e dall'affermazione di valori democratici.
La Costituzione italiana nasce come espressione diretta del movimento di opposizione democratica e antifascista. Come evidenziato dalla Cassazione penale n. 25428/2012, l'ordinamento costituzionale non si è formato come "casuale sedimentazione di regole e prassi" ma come "effetto del rifiuto della cultura fascista e delle sue articolazioni politiche ed istituzionali". Questo rifiuto è stato il frutto della lotta del movimento di opposizione democratica e antifascista che ha resistito dal 1922, culminando nella ribellione del 1943, nell'Assemblea Costituente del 1946 e infine nella Carta Costituzionale del 1948.
I principi fondamentali della Costituzione riflettono questa matrice antifascista: L'articolo 1 afferma che "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro" e che "la sovranità appartiene al popolo", principi in netta contrapposizione con il regime autoritario fascista; L'articolo 2 riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali, ponendosi in antitesi con la concezione totalitaria dello Stato fascista; L'articolo 3 sancisce il principio di uguaglianza e pari dignità sociale, rifiutando ogni discriminazione basata su sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali.
Come sottolineato dalla Cassazione civile n. 35240/2024, la dignità della persona umana, che era stata calpestata dal nazifascismo, diventa un valore fondamentale che precede persino l'eguaglianza nell'art. 3 della Costituzione.
I principi fondamentali: base etica e giuridica della Costituzione
Articoli 1-12 della Costituzione
I principi fondamentali della Costituzione italiana sono contenuti nei primi 12 articoli e rappresentano i valori e i fondamenti su cui si basa l'ordinamento giuridico della Repubblica. Sono soliti essere indicati in dottrina anche come i principi supremi dell’Ordinamento giuridico italiano. Essi delineano i caratteri essenziali dello Stato, i diritti inviolabili dei cittadini e gli obiettivi fondamentali dell’ordinamento. Di seguito una sintetica elencazione dei 12 articoli in parola:
art. 1 Sovranità popolare, democrazia e lavoro: La Repubblica è fondata sulla democrazia, la sovranità del popolo e sul lavoro;
art. 2 Diritti inviolabili e doveri di solidarietà: Viene garantito il rispetto della dignità umana e il principio di solidarietà economica, sociale e politica;
art. 3 Uguaglianza: Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche;
art. 4 Diritto al lavoro: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto;
art. 5 Unità e indivisibilità della Repubblica: Il territorio nazionale è unico e indivisibile, pur riconoscendo autonomie locali. È garantita l'autonomia locale attraverso Regioni, Province e Comuni;
art. 6 Tutela delle minoranze linguistiche: La Repubblica protegge le minoranze linguistiche presenti sul territorio;
art. 7 Rapporto Stato-Chiesa: Lo Stato e la Chiesa cattolica sono indipendenti e sovrani;
art. 8 Tutela delle confessioni religiose: Tutte le religioni sono libere e hanno pari dignità davanti alla legge;
art. 9 Tutela della cultura, ricerca e paesaggio: Lo Stato promuove lo sviluppo culturale, scientifico e la tutela dell’ambiente e del patrimonio artistico;
art. 10 Adesione all’ordinamento internazionale: L'Italia accetta limitazioni alla sovranità per favorire la cooperazione internazionale e la pace;
art. 11 Ripudio della guerra: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa e promuove la pace e la giustizia tra le Nazioni;
art. 12 La bandiera italiana: La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.
Concetti chiave: democrazia, uguaglianza, diritti inviolabili
Ecco i concetti chiave della Costituzione relativi a democrazia, uguaglianza e diritti inviolabili:
- Democrazia: L'Italia è una Repubblica democratica (art. 1), in cui la sovranità appartiene al popolo, che la esercita tramite il voto e la partecipazione alla vita politica;
- Uguaglianza: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche o condizioni personali e sociali (art. 3). Lo Stato ha il compito di rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto l’uguaglianza;
- Diritti inviolabili: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo (art. 2), sia come individuo che nelle formazioni sociali in cui opera. Tra questi, la libertà, la dignità, la tutela della persona e la solidarietà.
Come questi principi influenzano le leggi ordinarie
I principi fondamentali della Costituzione influenzano direttamente le leggi ordinarie perché rappresentano i criteri guida per la loro elaborazione e applicazione. Essi vincolano il legislatore e gli organi dello Stato, garantendo che le norme ordinarie siano conformi ai valori costituzionali.
Ogni legge deve rispettare i principi democratici, garantendo la partecipazione popolare (ad esempio, le leggi elettorali devono assicurare la rappresentanza e il pluralismo). Le leggi non possono discriminare i cittadini. Devono assicurare pari opportunità e possono prevedere misure per rimuovere disuguaglianze (come le quote di genere o le norme contro la discriminazione sul lavoro). Ogni norma deve garantire e tutelare i diritti fondamentali dell’individuo (es. libertà personale, salute, istruzione, privacy). Le leggi che li limitano possono essere dichiarate incostituzionali dalla Corte Costituzionale.
In sintesi, le leggi ordinarie devono essere conformi alla Costituzione e, se violano questi principi, possono essere impugnate e dichiarate illegittime.
L’interpretazione della Costituzione e il suo impatto sul diritto
Interpretazione evolutiva della Costituzione
L’interpretazione evolutiva della Costituzione è un metodo interpretativo che adatta il significato delle norme costituzionali alle mutazioni sociali, economiche e culturali nel tempo. Questo approccio consente di mantenere vivo e attuale il dettato costituzionale senza modificarne formalmente il testo.
Caratteristiche dell’interpretazione evolutiva è quella dell’adattamento ai cambiamenti sociali; le norme costituzionali vengono interpretate alla luce delle trasformazioni della società (es. concetto di famiglia, diritti civili, libertà digitali). Ma non solo. Un ruolo chiave è dato dalle pronunce della Corte Costituzionale, le cui sentenze svolgono una funzione di aggiornamento continuo circa il significato di principi e diritti, garantendo la loro efficacia attuale.
Vi è poi, l’influenza del diritto internazionale ed europeo. L’evoluzione della Costituzione avviene anche grazie al dialogo con le fonti sovranazionali, come la CEDU e il diritto dell’UE.
Non va tralasciato di considerare inoltre che, pur evolvendo, alcuni principi restano immutabili (democrazia, diritti inviolabili, sovranità popolare).
Giurisprudenza costituzionale
La giurisprudenza costituzionale è l'insieme delle decisioni della Corte Costituzionale, l'organo preposto al controllo di costituzionalità delle leggi e alla tutela dei principi fondamentali della Costituzione.
L’attività giurisprudenziale si estrinseca attraverso le seguenti attività:
- Controllo di legittimità costituzionale: La Corte verifica se le leggi e gli atti con forza di legge rispettano la Costituzione;
- Risoluzione di conflitti di attribuzione: Decide sui conflitti tra Stato e Regioni o tra i poteri dello Stato;
- Giudizi su ammissibilità dei referendum: Valuta se i referendum abrogativi rispettano i limiti costituzionali;
- Giudizi sulle accuse al Presidente della Repubblica: Ha competenza in caso di reati di alto tradimento e attentato alla Costituzione.
Esempi di sentenze rilevanti
Ecco alcune sentenze rilevanti della Corte Costituzionale italiana che hanno avuto un impatto significativo sull'ordinamento giuridico e sulla società:
- Sentenza n. 151 del 2009 – Procreazione medicalmente assistita
La Corte ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di alcune disposizioni della Legge 40/2004, in particolare quelle che limitavano la produzione di embrioni a tre e imponevano l'impianto contemporaneo di tutti gli embrioni prodotti. Questa decisione ha ampliato le possibilità per le coppie di accedere a tecniche di procreazione assistita più flessibili; - Sentenza n. 113 del 2011 – Revisione delle sentenze penali in seguito a pronunce della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
La Corte ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 630 del codice di procedura penale nella parte in cui non prevede la possibilità di revisione di una sentenza penale definitiva a seguito di una decisione della Corte EDU che accerti una violazione dei diritti dell'imputato. Questa sentenza ha rafforzato l'integrazione tra l'ordinamento italiano e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo; - Sentenza n. 242 del 2019 – Suicidio assistito
La Corte ha stabilito che, in determinate condizioni, non è punibile chi agevola il suicidio di una persona affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili, e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. Questa decisione ha aperto un dibattito significativo sul fine vita in Italia; - Sentenza n. 32 del 2021 – Riconoscimento dei figli nati da procreazione assistita in coppie dello stesso sesso
La Corte ha affrontato la questione del riconoscimento legale dei figli nati attraverso tecniche di procreazione assistita in coppie omosessuali femminili, evidenziando la necessità di un intervento legislativo per colmare il vuoto normativo esistente e garantire la tutela dei diritti dei minori coinvolti.
Limiti alla revisione costituzionale. Differenza tra revisione e modifica
La Costituzione tendenzialmente non è soggetta a modifica se non attraverso un procedimento particolare che, per l’appunto, viene definito aggravato. Parliamo della c. d. revisione costituzionale. La revisione costituzionale è una procedura regolata dall’art. 138 Cost., che consente di cambiare le norme costituzionali mediante un iter aggravato (doppia approvazione e referendum confermativo in alcuni casi). Con il termine di modifica costituzionale, invece si allude ad un concetto più generico, che può includere sia revisioni formali della Costituzione sia interventi che incidono indirettamente su di essa tramite leggi ordinarie o costituzionali.
Articolo 139: l’intangibilità della forma repubblicana
L'art. 139 Cost. stabilisce che "la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale". Questo significa che nessuna modifica, nemmeno attraverso il procedimento di revisione dell'art. 138, può trasformare l'Italia in una monarchia o in un altro sistema di governo diverso dalla Repubblica.
I “principi supremi” non modificabili
Oltre all'art. 139, la giurisprudenza costituzionale ha individuato i cosiddetti principi supremi dell’ordinamento, che non possono essere modificati nemmeno con una legge di revisione costituzionale. Alcuni di questi principi includono: Principio democratico (art. 1); Principio di uguaglianza (art. 3); Tutela dei diritti fondamentali e inviolabili (art. 2); Principio di separazione dei poteri e Stato di diritto; Autonomia e decentramento regionale (artt. 5 e 114); Indipendenza della Magistratura (art. 104 e seguenti).
La Corte Costituzionale ha affermato che questi principi non sono soggetti a revisione, poiché costituiscono il nucleo fondamentale dell’identità costituzionale italiana.
La Costituzione come guida per il legislatore e la pubblica amministrazione
Ruolo della Costituzione nella formazione delle leggi
La Costituzione rappresenta il fondamento dell’ordinamento giuridico italiano e orienta sia l’attività legislativa che l’azione della Pubblica Amministrazione, imponendo vincoli e principi fondamentali.
Rappresenta il criterio di riferimento per l’attività legislativa, imponendo vincoli e criteri che il legislatore deve rispettare. Tra i principi più rilevanti: Gerarchia delle fonti. La Costituzione è la fonte primaria, e ogni legge ordinaria deve rispettarla; Principio di ragionevolezza; Le leggi devono essere coerenti e proporzionate agli obiettivi che perseguono; Rispetto dei diritti fondamentali; Principio di eguaglianza; Riserva di legge: Alcune materie possono essere disciplinate solo con legge formale (es. pene, tributi, diritti fondamentali).
Se una legge viola la Costituzione, può essere dichiarata illegittima e annullata.
Vincoli per la pubblica amministrazione
La Pubblica Amministrazione, nel suo operato, deve sempre rispettare la Costituzione, che impone alcuni limiti essenziali:
- Principio di imparzialità e buon andamento (art. 97): gli uffici pubblici devono agire nell’interesse generale, senza favoritismi o inefficienze;
- Principio di trasparenza, l’amministrazione deve essere accessibile ai cittadini (es. diritto di accesso agli atti);
- Rispetto della legalità, ogni atto amministrativo deve avere una base normativa;
- Protezione dei diritti dei cittadini, la PA non può comprimere ingiustamente i diritti fondamentali.
Il principio di legalità
Il principio di legalità (art. 1, art. 25, art. 97 Cost.) stabilisce che ogni potere pubblico deve esercitarsi nel rispetto della legge.
“Il principio di legalità è uno dei caratteri essenziali dello Stato di diritto (Forme di Stato e forme di governo): con l’avvento del costituzionalismo liberale, infatti, si afferma l’idea che ogni attività dei pubblici poteri debba trovare fondamento in una legge, quale atto del Parlamento, a suo volta unico organo diretta espressione della sovranità popolare o della nazione. La Costituzione vigente non contiene una formulazione espressa di questo principio, anche se ad esso si fa riferimento indiretto in diversi articoli: in particolare, l’art. 23 Cost. stabilisce che «nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base a una legge” (Fonte: Treccani).
Faq: Domande frequenti su “La Costituzione come Norma Fondamentale”
– Perché la Costituzione è definita norma fondamentale?
La Costituzione è definita norma fondamentale perché rappresenta il vertice della gerarchia delle fonti del diritto italiano. È la legge suprema che stabilisce i principi essenziali dell'ordinamento, i diritti inviolabili dei cittadini e l'organizzazione dello Stato. Tutte le altre norme devono conformarsi ad essa, pena l'illegittimità costituzionale. La sua supremazia deriva dal fatto che è espressione diretta della sovranità popolare e del patto fondativo della Repubblica.
– Quali sono i principi fondamentali della Costituzione italiana?
I principi fondamentali della Costituzione italiana, contenuti nei primi dodici articoli, includono: la democrazia fondata sul lavoro (art.1), i diritti inviolabili dell'uomo (art.2), l'uguaglianza formale e sostanziale (art.3), il diritto al lavoro (art.4), l'unità e indivisibilità della Repubblica (art.5), la tutela delle minoranze linguistiche (art.6), i rapporti Stato-Chiesa (art.7-8), la promozione della cultura e della ricerca (art.9), il diritto internazionale (art.10), il ripudio della guerra (art.11) e la bandiera nazionale (art.12).
– Qual è il ruolo della Corte Costituzionale?
La Corte Costituzionale è l'organo di garanzia costituzionale che vigila sul rispetto della Costituzione. Le sue funzioni principali sono: giudicare sulla costituzionalità delle leggi, risolvere i conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato, tra Stato e Regioni e tra Regioni, giudicare sulle accuse contro il Presidente della Repubblica e verificare l'ammissibilità dei referendum abrogativi. Le sue decisioni sono definitive e vincolanti per tutti gli organi costituzionali.
– La Costituzione può essere modificata?
La Costituzione può essere modificata attraverso il procedimento di revisione costituzionale previsto dall'art. 138, che richiede una doppia deliberazione da parte di ciascuna Camera a distanza di almeno tre mesi e la maggioranza assoluta nella seconda votazione. Esistono però dei limiti alla revisione: i principi fondamentali, i diritti inviolabili e la forma repubblicana non possono essere oggetto di revisione costituzionale (cd. limiti impliciti ed espliciti).
– Come la Costituzione influenza le leggi ordinarie?
La Costituzione influenza le leggi ordinarie attraverso il principio di gerarchia delle fonti, imponendo vincoli sia formali che sostanziali alla produzione legislativa. Ogni legge deve rispettare i principi costituzionali e i diritti fondamentali in essa sanciti. La Costituzione funge da parametro di legittimità per tutta la legislazione ordinaria e da guida per l'interpretazione delle norme. In caso di contrasto, la legge ordinaria viene dichiarata incostituzionale e rimossa dall'ordinamento.

Marco Mosca
Sono l'Avv. Marco Mosca ed opero da 12 anni nel campo giuridico. Ho maturato una significativa esperienza in molti settori del diritto, in particolare nell'ambito della materia societaria e di tutto ciò che ad essa è collegato. Pertan ...