Quali sono i diversi tipi di separazione?
Per quelle coppie che ritengano di aver concluso il proprio percorso assieme, è possibile individuare vari tipi di separazione, con tre differenti formule tra cui la separazione di fatto, la separazione consensuale e la separazione giudiziale.
1. Separazione di fatto
La separazione di fatto è la presa di coscienza della fine del proprio rapporto da parte dei coniugi, i quali semplicemente smettono di vivere assieme iniziando a condurre due vite totalmente separate. Non c’è bisogno dell’intervento del tribunale, trattandosi di una decisione che viene presa autonomamente dalla coppia e che non produce nessun effetto giuridico.
Va tenuto presente che, per ciò che riguarda le leggi inerenti l’adozione (Art. 6 della Legge 184/1983, Titolo II-Dell’adozione, Capo I-Disposizioni generali), la separazione di fatto è equiparata alla separazione legale: pertanto una separazione negli ultimi 3 anni, anche in caso di una successiva riconciliazione, impedisce di poter richiedere l’adozione di un minore.
2. Separazione consensuale e separazione giudiziale
Se quella di fatto è una separazione, per così dire, “fai da te”, nel caso di separazione consensuale o giudiziale i coniugi si rivolgono invece ad un Tribunale. Quest’ultimo, nella fattispecie della separazione consensuale, si limita ad omologare quello che è già stato stipulato in accordo tra le parti, fatte salve le disposizioni per quanto riguarda eventuali figli della coppia. Il Giudice, infatti, può porre delle modifiche alle condizioni stabilite dai coniugi proprio per una maggiore tutela nei confronti dei figli stessi.
In generale, comunque, la separazione consensuale è un procedimento piuttosto semplice. Dopo aver consegnato un ricorso di separazione in Tribunale (dove almeno un membro della coppia ha la residenza), i coniugi vengono chiamati e sottoposti ad un tentativo di riconciliazione. Se la volontà di separarsi rimane salda e se le condizioni stabilite tra di loro non vanno a ledere l’interesse dei figli, allora nel giro di pochi mesi il Tribunale emetterà un decreto di convalida che ufficializzerà la separazione della coppia.
Il procedimento è invece decisamente più lungo se i coniugi decidono di separarsi ma non trovano nessun genere di accordo su argomenti complessi riguardanti i figli, la casa o più in generale gli aspetti legati alle condizioni economiche. In questo caso si parla dunque di separazione giudiziale, in quanto un membro della coppia presenterà un ricorso al Tribunale in cui verranno allegate le proprie richieste in merito a quei temi specifici riguardo cui non è stato possibile trovare un accordo con il coniuge.
Quest’ultimo potrà preparare a sua volta un’istanza di difesa con le proprie richieste, quindi il Tribunale fisserà un’udienza a cui dovranno partecipare entrambi i coniugi. Anche in questo caso si tenterà inizialmente una riconciliazione tra le parti: se questa dovesse fallire, sarà allora compito del Giudice valutare il caso e le richieste presentate dai membri della coppia, allo scopo di pronunciare una sentenza per decidere le condizioni della separazione.
Questa sentenza, tuttavia, non sarà ancora definitiva. Esistono infatti altri due gradi di giudizio per impugnarla – Corte d’Appello e Cassazione – e ciò significa che in teoria possono volerci anni prima che si giunga alla conclusione del procedimento, anche se nell’attesa i coniugi possono già vivere in modo totalmente separato.
3. Il diritto collaborativo
Un’ultima via molto interessante che può essere intrapresa per accelerare il processo di separazione, evitando così di rivolgersi ad un Tribunale, è costituita dal diritto collaborativo. Si tratta di un vero e proprio accordo tra le parti in cui queste decidono di collaborare tra loro in modo trasparente, creando un vero e proprio gruppo di lavoro comune composto dai rispettivi avvocati, commercialisti (per le condizioni economiche), psicologi (soprattutto se vi sono figli coinvolti).
Questo gruppo nasce con l’obiettivo di cooperare per cercare di raggiungere quelle che per entrambi i coniugi sono le migliori condizioni di separazione possibile, senza la necessità di rivolgersi ad un Giudice le cui decisioni potrebbero portare rancori e conflitti futuri, o anche ricorsi che, come si è visto in precedenza, allungherebbero di molto il processo di separazione.
Quest’ultima soluzione si è sviluppata molto negli ultimi anni, perché va a costituire un’ottima via di mezzo tra la separazione consensuale, che spesso può avvenire in modo eccessivamente frettoloso e portare ad errori di valutazione, e la separazione giudiziale, che comporta un enorme spreco di tempo e denaro. Collaborando in un team composto da professionisti specializzati, invece, e condividendo proposte, documenti e idee, il risparmio in termini economici e di tempistiche è notevole, ed a conti fatti è forse questo l’aspetto più importante della separazione, un procedimento che troppo spesso provoca sofferenze alle persone coinvolte, soprattutto ai minori, a causa delle lungaggini e dell’eccessiva burocrazia.
Fonti normative
Legge 184/1993, Art. 6
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