Le multe da autovelox. Come si è espressa la Cassazione?

La normativa vigente sugli autovelox e come si è espressa la Corte di Cassazione nel 2019. Vediamo nel dettaglio la sentenza della Cassazione al riguardo.

multe da autovelox

1. L’autovelox

Spesso mentre si è al volante ci si distrae, ogni tanto presi dalla fretta si brucia qualche semaforo, talvolta ci si sporge troppo a uno stop e altre si supera di qualche km/h la velocità massima consentita.

In merito a quest’ultimo puto degli ultimi anni al bordo di numerose strade italiane sono stati posti degli autovelox cioè un misuratore di velocità dei veicoli su strada.

In Italia, ormai da oltre un decennio, l’autovelox spaventa il guidatore, ponendolo sull’attenti ogni volta che ne incontra uno, ma in uno Stato come il nostro, in cui la maggior parte delle auto superavano e talvolta superano ancora la velocità consentita, l’introduzione di questo strumento ha diminuito le percentuali di sinistri stradali causati dall’eccesso di velocità, spesso accompagnato anche da una guida un po' troppo spensierata.
 

2. La normativa vigente sugli autovelox

La legge italiana prevede espressamente che gli autovelox, e con loro tutti i sistemi di controllo della velocità, debbano essere segnalati da cartelli ben visibili e posti a debita distanza: 

  • circa a 250 metri sulle autostrade;
  • 150 metri su strade urbane ed extraurbane; 
  • 80 metri sulle altre strade. 
 

Su questi cartelli deve essere riportata una di queste diciture:” controllo elettronico della velocità” o “rilevamento elettronico della velocità”, ciò era già stato ribadito nel 2009 con la sentenza della Corte di Cassazione n.11131 del 13 marzo dello stesso anno. 

Ovviamente ogni autovelox deve avere omologazione e approvazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con relativo attestato di corretta rilevazione della velocità. 

Con la sentenza della Cassazione del 2015 n.1133 si estendeva l’obbligo di taratura periodica non solo degli autovelox fissi ma anche di quelli mobili

Per cui nei casi in cui suddetti autovelox non siano adeguatamente segnalati od omologati è possibile impugnare le multe date a causa della rilevazione della velocità di uno di essi. Tutto ciò premesso che i limiti di velocità sono previsti dall’articolo 142 del Codice della Strada.
 

3. Come si è espressa la Corte di Cassazione nel 2019?

A luglio del 2019 la Corte di Cassazione con la sentenza n. 16622 si è espressa sostenendo che è illegittimo l’autovelox fisso posizionato senza avere l’autorizzazione del Prefetto perché non sarebbe in accordo con il Codice della strada, sostenendo che: 

  • "il provvedimento prefettizio di individuazione delle
    strade lungo le quali è possibile installare apparecchiature automatiche per il rilevamento della velocità, senza obbligo di fermo immediato del conducente, previsto dall'art. 4 del decreto-legge 20 giugno 2002, n. 121, può includere soltanto le strade del tipo imposto dalla legge mediante rinvio alla classificazione di cui all'art. 2, commi 2 e 3, c.d.s. 1992, e non altre, dovendo perciò, considerarsi illegittimo - e, pertanto, disapplicabile nel giudizio di opposizione a sanzione amministrativa - il provvedimento prefettizio che abbia autorizzato l'installazione delle suddette apparecchiature in una strada urbana che non abbia tutte le caratteristiche "minime" della "strada urbana di scorrimento
    ", in base alla definizione recata dal comma 2, lett. D, del citato art. 2 c.d.s." (cfr. Cass. n. 7872/2011 e Cass. n. 5532/2017).
     

Indi per cui è possibile impugnare la contravvenzione in casi simili.

 

4. Fonti normative

Sentenza della Corte di Cassazione n.11131 del 13 marzo 2009
Sentenza della Cassazione di Cassazione del 2015 n.1133
Sentenza della Corte di Cassazione n. 7872/2011
Sentenza della Corte di Cassazione n. 5532/2017
Sentenza della Corte di Cassazione n. 16622/2019
Articolo142 del Codice della Strada
Art. 4 del decreto-legge 20 giugno 2002
Art. 2, commi 2 e 3, c.d.s. 1992

Isabella D'ambrogio

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