Come difendersi dal recupero crediti delle società telefoniche?
Non passa giorno che un "abbonato" ad un servizio telefonico (linea di rete fissa, servizi internet o linea mobile) non si veda recapitare una pratica di recupero crediti relativa a qualche bolletta o canone non pagato.
La "giungla telefonica" all'interno della quale, le innumerevoli compagnie presenti sul mercato, fanno a gara per rubarsi i clienti l'una con l'altra, ha fatto si che le compagnie stesse considerino come loro abbonati anche chi, magari solamente contattato telefonicamente, non ha propriamente risposto in maniera affermativa alla richiesta di sottoscrizione di un nuovo contratto, ma ha solamente chiesto del tempo per valutare l'offerta oppure si è fatto inviare copia della documentazione per esaminarla.
Ne derivano, da questo comportamento poco consono delle compagnie telefoniche e delle loro agenzie, tutta una serie di problematiche e pasticci che coinvolgono, ovviamente, gli ignari clienti che si vedono recapitare a casa bollette senza aver mai sottoscritto, effettivamente, dei contratti e, successivamente, lettere minatorie per il recupero del credito vantato dalle compagnie stesse.
Come ci si deve comportare in questi casi per vedere tutelato il proprio diritto di non pagare bollette che si riferiscono a contratti mai firmati, oppure fatti sottoscrivere in maniera un po' furba dalle varie agenzie che telefonano tutto il giorno, per ricevere un mezzo "si" che per loro equivale ad una firma su un contratto?
Come, invece, dovrebbero comportarsi i telefonisti delle agenzie di recupero crediti che, troppo spesso, abusano del loro nome per minacciare i malcapitati "debitori" con affermazioni al limite del fantasioso per indurli a pagare?
In questo articolo cercherò di fare chiarezza su questi due aspetti partendo dal secondo.
1. Come deve comportarsi la società di recupero crediti
Occorre premettere che il recupero crediti nei confronti di coloro che sono inquadrati come consumatori, nei quali rientrano anche i clienti "morosi" delle compagnie telefoniche, è un'attività finalizzata ad ottenere il pagamento di somme dovute dal soggetto privato alla società creditrice.
Queste operazioni devono, però, svolgersi seguendo la normativa di legge ed evitando di vessare i consumatori, spesso esasperati dalle continue telefonate e lettere minatorie messe in atto da queste società che operano al limite della legalità e, a volte, anche del buongusto.
Le agenzie a tutela dei diritti dei consumatori ricevono quotidianamente segnalazioni da persone messe, per così dire, "alla berlina" da operatori telefonici specialisti del terrorismo creditizio con chiamate quotidiane e non solo al creditore, ma anche al vicino di casa, avvertimenti ai figli o parenti del titolare del debito che in quel momento non ha risposto al telefono, visite a casa e lettere minatorie di qualsiasi calibro.
Per fare alcuni esempi, le minacce più comuni, frutto della fantasia degli operatori, sono:
- passiamo la pratica ad Equitalia che poi farà il pignoramento;
- non pagare diventa un reato penale;
- se la vedrà col giudice se non paga!;
- le pignoreremo lo stipendio;
- verrà segnalato tra i cattivi pagatori e non otterrà mai più un finanziamento;
- ci rifaremo pignorando i mobili di casa sua;
- metteremo le ganasce alla sua auto.
Fermiamoci qui perché la lista sarebbe lunga e anche piuttosto antipatica. Queste affermazioni sono prive di fondamento, infatti le società di recupero crediti hanno soltanto il compito di recuperare i soldi, eventualmente, dovuti dal consumatore alla società creditrice, ma non potranno mai, da sole, procedere giudizialmente contro il debitore.
L'accanimento degli operatori di queste società nei confronti dei debitori dipende dal fatto che gli stessi telefonisti verranno pagati soltanto in caso di risultato positivo e a credito recuperato con una minima provvigione.
Spesso, la stessa società di recupero crediti prende la propria percentuale soltanto a risultato acquisito, ecco il perché di tanta pressione sul debitore. L'operatore telefonico, infatti, con ogni mezzo, spesso anche travalicando la legalità, farà di tutto per terrorizzare i malcapitati debitori per guadagnarsi la pagnotta.
Quel che è utile sapere è che ogni società di recupero crediti riceve soltanto l'incarico di effettuare un tentativo stragiudiziale e, per così dire, amichevole per recuperare i soldi delle bollette insolute, ma non ha alcun titolo per promuovere autonomamente azioni legali.
Tutte le parole, minacce e lettere con frasi e timbri che fanno pensare ad una vera e propria intimazione legale, sono soltanto "fumo negli occhi" per mettere paura e indurre il malcapitato a pagare.
Le società di recupero crediti dovrebbero invece rispettare un ruolo di intermediazione tra creditore e debitore, fatto con professionalità, mettendo al corrente il debitore dei rischi reali relativi al mancato pagamento delle forniture, provando a mettere d'accordo le due parti per raggiungere la soddisfazione di entrambe.
Dovrebbero, in primo luogo, accertarsi che non siano state fatte contestazioni relative al credito richiesto, o che sia già stata avviata una procedura di conciliazione. In tal caso saranno obbligate a sospendere l'attività di recupero e verificare la fondatezza delle contestazioni del debitore prima di procedere.
Quanto alle modalità operative, gli operatori possono telefonare al debitore ma in orari logici (non alle 10 di sera ad esempio), identificarsi come recupero crediti per conto della società per la quale stanno lavorando e, soprattutto, accertarsi dell'identità delle persone con le quali stanno parlando.
Questo punto è fondamentale perché non possono assolutamente, pena la violazione della privacy, parlare o comunicare ad altri informazioni private e personali del debitore, così come l'esistenza stessa di una pendenza.
Le lettere inviate in busta chiusa nella cassetta della posta del debitore dovranno essere prive di timbri o indicazioni che possano lasciar intendere che al suo interno sia contenuta una qualsiasi intimazione di pagamento o lettera di messa in mora.
Il tutto deve essere improntato sulla buona educazione e il rispetto con la finalità di instaurare un rapporto per risolvere amichevolmente la questione, suggerendo le possibili soluzioni senza chiamate ripetute in stile "stalking", con linguaggio aggressivo e minatorio.
Allo stesso modo, i funzionari del recupero crediti che vanno direttamente dal debitore presso il suo domicilio, dovranno adottare tutti gli accorgimenti necessari per la tutela della sua privacy, ma soprattutto della sua dignità.
Il debitore, infatti, ha il diritto di non riceverli e questi non potranno in nessun modo violare il suo domicilio o parlare coi vicini di casa.
2. Come ci si deve comportare se si riceve una lettera di recupero crediti per un debito telefonico
Abbiamo visto come si comportano e, soprattutto, come dovrebbero comportarsi le società di recupero dei crediti telefonici nei confronti dei consumatori, per così dire, morosi.
Abbiamo soprattutto capito che, in realtà, buona parte di queste società, non tutte, è il caso di dirlo, utilizzano dei sistemi non proprio convenzionali e scorretti, e da queste i consumatori hanno il sacrosanto diritto di difendersi.
Di seguito alcuni consigli nel caso vi troviate vessati da una società di recupero crediti, specie per un debito che non riteniate giusto onorare:
- se ricevete una lettera a casa da una società di recupero crediti, e questa non è una raccomandata, e al suo interno sono contenute intimazioni di pagamento o messa in mora, per spese di telefonia per conto di una società "x", potete cestinarla direttamente badando bene di non rispondere in nessun modo a tale missiva, né telefonicamente, né, tanto meno, per inscritto per non dar prova di aver ricevuto la lettera. Una lettera di costituzione in mora deve essere spedita a mezzo Raccomandata A/R;
- se vi chiamano a casa i funzionari del recupero crediti potete non dar seguito, in qualsiasi modo, alla comunicazione, anche sbattendogli cortesemente la cornetta in faccia. Non siete obbligati ad ascoltare la telefonata, specialmente se non siete voi i diretti interessati o se ritenete la richiesta illegittima;
- se dopo aver inviato una lettera tramite la posta ordinaria, dovessero continuare chiamarvi per averne la conferma del ricevimento, non date seguito alla chiamata e se insistono è utile ricordar loro, sempre molto cortesemente, che potreste prendere provvedimenti per le ripetute molestie;
- siccome nel campo delle telecomunicazioni, è previsto per le parti, un tentativo obbligatorio di conciliazione prima di intraprendere qualsiasi azione giudiziaria, fare leva su quello respingendo al mittente le minacce di un recupero crediti forzato.
Omar Cecchelani, Pagaremenotasse.com