Cerved recupero crediti: chi è, cosa fa e come difendersi

Cerved Recupero Crediti: scopri chi è questa società, come opera nel settore del recupero crediti e quali strategie adottare per difenderti efficacemente. Leggi l'articolo per saperne di più!

Sul territorio nazionale sono dislocate diverse società di recupero crediti. Esse sono specializzate nella gestione di pacchetti di crediti in sofferenza. Si tratta, per meglio comprendere, della gestione di crediti che non sono stati onorati, ossia che la parte debitrice non ha provveduto a pagare, e che appartengono a soggetti terzi, di norma identificabili in istituti di credito bancario, società finanziare e società telefoniche di grandi dimensioni, assicurazioni, Pubbliche Amministrazioni, piccole e medie imprese, fondi di investimento, società di gestione del risparmio.

Spesso questi ultimi si rivolgono alle società di recupero crediti al fine di tentare di procedere ad un’attività di recupero stragiudiziale delle somme rimaste impagate. Il tentativo esperito è, pertanto, primariamente quello di tentare di recuperare le somme senza affrontare le lungaggini e i costi di un giudizio di cognizione ordinaria. Tra le diverse società di questo tipo una delle più note Cerved.

Cerved recupero crediti: chi è e cosa fa?

Cerved è una delle società leader in Italia nel settore del recupero crediti. Essa viene fondata nel 1974. Nel 2008 viene acquisita da Bain Capital e Clessidra, che procedono alla fusione di Cerved con Lince. L’anno seguente Bain Capital e Clessidra acquistano e integrano Centrale dei Bilanci, Cerved, Lince, Pitagora, Databank, Finservice e Consit.

Nell’anno 2013 viene acquisita da CVC Capital Partners. Nel 2014 si assiste al debutto di Cerved sul mercato principale della Borsa Italiana, MTA. A far data dal 2015 Cerved diventa una public company. Nel 2016 Cerved acquisisce Click Adv (PayClick), oossia una società altamente specializzata in organizzazione di campagne di digital advertising. L’anno seguente Cerved acquisisce l’intera piattaforma di crediti in sofferenza facenti capo a Banca MPS.

Nell’anno 2018 Cerved acquisisce Proweb Consulting, SpazioDati e BauciWeb, Nel 2019 Cerved acquisisce MBS, leader nella consulenza aziendale. Nel 2020 Cerved procede all’acquisizione di Integrate, startup specializzata in ambito ESG (finanza sostenibile, acronimo che sta per Environmental (ambiente), Social (società) e Governance) e di Hawk, gruppo specializzato in soluzioni AML (antiriciclaggio). Nel 2021, a seguito di Offerta Pubblica di Acquisto sul suo capitale, Cerved entra in ION Group.

Nello svolgimento della propria attività professionale la società si propone di tentare di garantire e tutelare al meglio i propri clienti nell’attività del recupero crediti, pur nel più totale rispetto per il debitore in difficoltà economiche, allo scopo di convincerlo o metterlo nella condizione di poter saldare la sua posizione debitoria. Il ricorso a strumenti, metodologie e tecniche altamente all’avanguardia, oltre all’elaborazione ricavati da Cerved consentono alla società di fornire una definizione mirata delle strategie cui fare ricorso al fine di recuperare e gestire al meglio le diverse tipologie di credito. La società, inoltre, gestisce tutte le attività correlate alla cartolarizzazione dei crediti.

Recupero crediti Cerved: come funziona?

Come accade per la maggior parte delle società che si occupano di recupero crediti in sofferenza di consueto l’attività di recupero crediti operata da Cerved inizia dal tentativo di contatto da parte di personale interno alla società, in nome e per conto del cliente, al fine di vagliare la disponibilità del debitore a saldare gli importi arretrati, magari anche valutando la possibilità di ratealizzare il quantum dovuto.

Ove tale tentativo non sortisse, per le più svariate ragioni, effetti è presumibile che la società proceda alla notifica di una diffida di pagamento, la quale, nella sostanza, consiste in una lettera raccomandata con la quale viene intimato, in nome e per conto del creditore, al debitore il pagamento degli importi dovuti entro un termine non inferiore a quindici giorni.

L’invio del plico raccomandato in uno con la concessione di un termine, previsto a favore del debitore, per adempiere legittimano la società, ove il debitore non provveda al pagamento delle somme, ad intraprendere la successiva attività di recupero del credito. Tale attività si articola in diverse fasi come di seguito riepilogabili:

  • richiesta di emissione di un provvedimento monitorio, il c.d. decreto ingiuntivo, che contiene l’ingiunzione di pagamento formulata dal giudice nei confronti del debitore, con l’avvertimento che quest’ultimo potrà proporre, ove lo ritenga opportuno, opposizione nel termine di 40 giorni (salvo che il decreto sia provvisoriamente esecutivo);
  • ove il decreto ingiuntivo non venga opposto entro il termine suindicato verrà dichiarato definitivamente esecutivo e, successivamente, a seguito dell’entrata in vigore della c.d. Riforma Cartabia, l’avvocato che segue la pratica e ha redatto il decreto ingiuntivo potrà attestarne la conformità all’originale e proseguire portando l’atto ad esecuzione;
  • la fase esecutiva del decreto ingiuntivo inizia con la notifica dell’atto di precetto, con il quale il creditore intima al proprio debitore di adempiere in suo favore l'obbligo contenuto nel titolo esecutivo entro un termine, che è di norma individuato in dieci giorni, con l’avviso che ove il pagamento non avvenga nel termine indicato si darà avvio all’azione esecutiva, ossia alla
  • notifica di un atto di pignoramento che può essere presso terzi, mobiliare o immobiliare, a seconda che si intenda procedere al pignoramento di una somma (che può essere depositata sul conto corrente intestato al debitore o che può consistere nella quota determinata per legge degli emolumenti che il datore di lavoro corrisponderà al debitore-dipendente o, ancora, nella quota disponibile di trattamento pensionistico erogato al debitore), di un bene mobile ovvero di un bene immobile o mobile registrato (si pensi alle automobili).

Cosa pignora Cerved?

  • Quale società che opera nel settore del recupero crediti Cerved può procedere, in linea di massima a pignorare tutti i beni del debitore, in ossequio alla normativa codicistica che prevede la responsabilità patrimoniale generica e salvi i casi espressamente previsti dei cosiddetti beni impignorabili, in quanto ritenuti per legge beni necessari. Si tratta, tuttavia, nella prassi di un’ipotesi remota, in quanto le società di recupero crediti, quale Cerved, puntano a pignorare beni che consentano loro di recuperare nel minor tempo possibile tutto o la maggior parte possibile del credito per il quale viene attivata la procedura esecutiva. Ne consegue che, pertanto, oggetto preferenziale del pignoramento potranno essere:
  • la quota degli emolumenti, a qualsiasi titolo dovuti, che il datore di lavoro corrisponde o corrisponderà al lavoratore esecutato, nella misura massima del quinto e fino a concorrenza dell’ammontare complessivo del debito;
  • la quota di trattamento pensionistico, sempre al massimo nella misura del quinto ed eccedente, comunque, il minimo vitale, fino a concorrenza dell’ammontare complessivo del debito;
  • le somme presenti sui conti correnti intestati al debitore;
  • l’automobile, qualora il debito sia stato contratto per il finanziamento relativo all’acquisto della stessa;
  • i beni immobili posseduti dal debitore esecutato;
  • altri beni mobili di valore.

Come difendersi dal pignoramento Cerved?

Qualora la società di recupero crediti intenda, per conto del proprio cliente, procedere al recupero delle somme mediante l’avvio dell’attività di recupero stragiudiziale e, quindi, mediante richiesta di emissione di un decreto ingiuntivo e dei successivi atti esecutivi, a partire dal precetto, per proseguire con l’atto di pignoramento (sia esso presso terzi, mobiliare o immobiliare) il debitore, ove effettivamente si renda conto di dover restituire le somme richiestegli, ha sempre, innanzitutto, la possibilità di contattare la società di recupero crediti al fine di chiedere che si possa valutare l’opportunità di addivenire ad un saldo e stralcio della posizione ovvero, in alternativa, di predisporre un piano di rientro al fine di consentirgli di rientrare del dovuto in ratei da corrispondere a cadenza regolare (di norma mensile).

Generalmente, peraltro, il piano di rientro contempla la corresponsione di un primo rateo di ammontare leggermente un po’ più consistente e di ulteriori successivi di entità più modesta. Bisogna, comunque, tenere in conto che le società di recupero crediti, nel rispondere alle esigenze dei debitori che richiedano un saldo e stralcio ovvero la predisposizione di un piano di rientro, non possono procedere in autonomia, ma devono comunque tenere in considerazione le determinazioni dei propri clienti.

Pertanto, difficilmente si potranno ottenere considerevoli riduzioni sugli importi da corrispondere. Pertanto, l’opzione più agevole per il debitore risulta normalmente quella di chiedere la predisposizione di un piano di rientro che si accordi con le proprie esigenze e possibilità economiche. Ove, invece, si intenda contestare la richiesta avanzata dalla società di recupero crediti mediante la notifica di uno degli atti tipici dell’attività di recupero crediti il debitore potrà procedere:

  • mediante proposizione di opposizione a decreto ingiuntivo, con la quale si avvia un processo a cognizione piena, nel corso del quale può essere richiesto al giudice di valutare la sussistenza effettiva dell’obbligo restitutorio e/o la quantificazione dello stesso (in tal caso può essere opportuno valutare, in particolar modo: la sussistenza della legittimazione attiva in capo al soggetto che ha attivato la procedura di recupero del credito, l’eventuale compimento del termine prescrizionale del credito, la determinatezza del contratto sottoscritto tra le parti specie per quanto attiene all’ammontare degli interessi richiesti per il ritardo nei pagamenti);
  • mediante opposizione agli atti successivi, precetto e/o pignoramento, ma in tal caso la cognizione del giudice sarà limitata. Ove si intenda, peraltro, contestare la richiesta della società di recupero crediti e, quindi, del creditore si consiglia di rivolgersi ad un legale che possa aiutare a vagliare l’opzione preferibile, in relazione alle caratteristiche del caso concreto, e a cui eventualmente affidare l’incarico professionale di proporre opposizione e seguire il giudizio incardinato avanti il giudice competente. Si rammenta, comunque, che in qualsiasi fase del procedimento di recupero del credito ci si trovi la società Cerved è disponibile a valutare soluzioni bonarie delle posizioni.

Conclusione

In conclusione, può affermarsi che, qualora si venga raggiunti da un atto qualsiasi dell’iter tipico del recupero crediti (diffida, decreto ingiuntivo, precetto, pignoramento), notificato, in nome e per conto delle clienti, da una società di recupero crediti come Cerved è consigliabile valutare debitamente la situazione concreta, in modo da scegliere la modalità di reazione o intervento che sembri preferibile e più consona alle proprie esigenze, pur nella più totale consapevolezza che la soluzione bonaria sembra essere la strada percorribile preferibile per tutti i soggetti coinvolti.

Avvocato Chiara Biscella

Chiara Biscella

Dopo la laurea in giurisprudenza presso l'Università degli studi dell'Insubria e il conseguimento del diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ho intrapreso, ment ...