Scadenza assegno bancario: tutto quello che devi sapere nel 2025

Scopri tutto sulla validità degli assegni bancari: normativa, tempistiche di incasso e cosa fare in caso di scadenza.

Nella vita quotidiana il pagamento con il denaro contante ha nel corso degli anni iniziato ad essere gradualmente sostituito da ulteriori sistemi di pagamento, in particolare qualora i trasferimenti abbiano ad oggetto somme importanti. Uno degli strumenti alternativi al denaro contante di maggiore diffusione è l’assegno bancario, titolo di credito che deve contenere:

  • La denominazione “assegno bancario” inserita sul titolo nella lingua in cui è redatto;
  • L’ordine incondizionato di pagare una somma determinata;
  • L’indicazione dell’ordinante;
  • Luogo del pagamento;
  • Luogo e data di emissione;
  • La sottoscrizione di colui che rilascia l’assegno.

La disciplina dell’assegno bancario è contenuta nel Regio Decreto n. 1735 del 21 dicembre 1933 e successive modificazioni. Questione di particolare rilievo attiene alla validità temporale dell’assegno bancario e alle implicazioni pratiche che da essa possono eventualmente derivare. Su tale tematica ci si soffermerà nel prosieguo della trattazione e si tenterà di fornire adeguata risposta.

Quanto dura la validità di un assegno bancario?

La validità dell’assegno bancario è puntualmente disciplinata, come premesso, dal Regio Decreto n. 1735 del 21 dicembre 1933, in particolare agli articoli 32 e seguenti, e dipende dall’identità o meno tra luogo di emissione e quello di incasso.

Partendo dal presupposto che l’assegno è pagabile a semplice vista, la regola generale in materia di assegno bancario prevede che esso debba essere presentato per il pagamento nel termine di:

  • Otto giorni se deve essere pagato nel medesimo Comune nel quale è stato emesso;
  • Quindici giorni se deve essere pagato in un Comune della Repubblica italiana diverso da quello di emissione;
  • Trenta giorni se deve essere pagato in altri territori comunque soggetti alla sovranità italiana e compresi nel bacino mediterraneo;
  • Sessanta giorni se pagabile negli altri territori soggetti, comunque, alla sovranità italiana;
  • Venti o sessanta giorni se l’assegno è emesso in un Paese diverso da quello di incasso e a seconda che il continente sia lo stesso ovvero sia diverso.

Dall’assegno bancario si distingue l’assegno circolare, per il quale si prevede che la validità sia decisamente più lunga, potendo essere incassato presso l’istituto di credito fino a tre anni dalla data dell’emissione.

Normativa sulla scadenza degli assegni bancari

Nel paragrafo precedente si è tentato di fornire uno schema generale della normativa di riferimento in materia di assegni bancari. A quanto già esposto occorre effettuare alcune precisazioni.

Innanzitutto, è bene precisare che, sempre secondo quanto disposto dal Regio Decreto già più volte citato, l’assegno bancario che sia presentato al pagamento in data anteriore rispetto a quella indicata come data di emissione è pagabile nel giorno della presentazione.

I termini riepilogati, inoltre, decorrono dal giorno indicato nell’assegno bancario quale data di emissione, con la peculiarità che se esso è tratto tra due piazze che hanno calendari diversi il giorno di emissione è sostituito con il corrispondente del calendario del luogo in cui deve avvenire il pagamento.

Il Regio Decreto del 1933 resta la normativa alla quale fare riferimento in materia di disciplina di scadenza degli assegni bancari. Se si effettua una veloce disamina della disciplina di cui al Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (c.d. T.U.B.) nella sua versione aggiornata post decreto legislativo n. 72 del 12 maggio 2015, infatti, emerge chiaramente come esso limiti la disciplina agli assegni circolari e ad altri assegni ad essi assimilabili o equiparabili, mediante pubblicazione del provvedimento di autorizzazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Della scadenza di tali assegni si è già precisato nei paragrafi precedenti, ove si è evidenziato che il limite è fissato in tre anni.

La differenza sostanziale tra le due forme d’assegno rispetto all’incasso consiste, oltre che nelle tempistiche, nella circostanza che, nel caso di assegno circolare, esso è pressoché certo. Ciò in quanto l’emissione dell’assegno circolare è autorizzata dalla banca su richiesta del titolare del conto solo previa verifica dell’effettiva disponibilità delle somme, così garantendo a chi lo riceve e lo porta all’incasso che l’assegno non è scoperto.

Cosa succede se un assegno non viene incassato entro la scadenza

Occorre domandarsi cosa accada se il creditore non riscuota l’assegno entro il termine. Decade definitivamente dal diritto di incassare le somme in esso indicate ovvero se gli residui qualche possibilità?

Decorsi i termini indicati per la scadenza dell’incasso, il beneficiario dell’assegno può comunque ottenere il pagamento della somma, considerato che è ben possibile che il traente che ha rilasciato l’assegno non lo abbia ancora revocato. In tal caso, la banca provvederà al pagamento richiesto.

Ove, invece, il titolare abbia revocato all’istituto di credito l’ordine di pagamento subito dopo la scadenza, il beneficiario, in linea di massima, non potrà pretendere di incassare la somma. Potrà, tuttavia, tentare di chiedere la cortesia al titolare dell’assegno di autorizzarne in ogni caso il pagamento.

Se il titolare non acconsenta, bisogna rammentare che l’assegno bancario emesso costituisce titolo esecutivo che consente, entro sei mesi dall’emissione, di agire in giudizio per il recupero del credito in esso quantificato. Decorso anche tale ulteriore termine, il beneficiario dell’assegno, considerato che con la sottoscrizione il soggetto che ne ha richiesto l’emissione ha effettuato una sorta di promessa di pagamento legalmente valida nei suoi confronti, può chiedere l’emissione di un decreto ingiuntivo entro il termine di dieci anni.

Possibili problemi legati alla scadenza degli assegni

Scadenza di un Assegno scoperto

Situazione peculiare è quella che concerne la scadenza di un assegno bancario senza copertura (c.d. scoperto). In tale caso, occorre evidenziare come la scadenza prevista per l’incasso dell’assegno sia superiore rispetto a quella ordinaria, per i motivi che seguono.

Al fine di effettuare un preciso calcolo del termine ultimo, infatti, occorre effettuare un duplice passaggio, così riepilogabile:

  • Occorre, innanzitutto, calcolare il termine in considerazione delle regole generali brevemente riepilogate nel superiore paragrafo intitolato “Quanto dura la validità di un assegno bancario?”.
  • Al termine individuato come da punto precedente deve essere aggiunto quello di sessanta giorni.

Il termine così ricavabile discende dalla circostanza che, qualora all’istituto di credito venga presentato per l’incasso un assegno scoperto, la banca concede, mediante esortazione scritta, un termine massimo di sessanta giorni per versare sul conto la somma residua alla copertura integrale dell’importo riportato nel titolo di credito e soddisfare le ragioni del beneficiario.

Scadenza di un Assegno smarrito o non trasferibile

Per quanto attiene all’ipotesi di smarrimento dell’assegno, la legge per evitare che qualcuno possa abusivamente impossessarsene richiede che ne venga fornita adeguata comunicazione all’Istituto di credito che ha emesso il titolo con la massima tempestività, chiedendo che non venga disposto in alcun caso il pagamento. Tale procedura di ammortamento richiede, tuttavia, che vengano forniti alla banca tutti i riferimenti dell’assegno e che venga presentata all’istituto copia della denuncia di smarrimento o furto preliminarmente depositata alle competenti autorità.

Tale iter deve, peraltro, essere integrato nell’eventualità in cui l’assegno sia sprovvisto della clausola di non trasferibilità, essendo necessario che il correntista fornisca adeguate indicazioni circa il comportamento da tenere nel caso qualcuno si presenti richiedendo il pagamento. L’assegno non trasferibile non può essere, invece, assoggettato all’ammortamento, ma può darsi luogo solo alla concessione di un duplicato. Se ritrovato e non bloccato, il beneficiario può incassarlo nei termini ordinari a decorrere dal ritrovamento.

Come comportarsi con un assegno scaduto

Differenze riguarda le scadenze tra assegni privati e aziendali

In disparte l’ovvia considerazione che sarebbe preferibile procedere all’incasso dell’importo dedotto nell’assegno entro i termini di validità dello stesso, preme evidenziare come possano essere seguiti alcuni accorgimenti.

Primo tra tutti quello di rivolgersi immediatamente al soggetto che ha rilasciato l’assegno, chiedendogli una breve proroga della validità dell’assegno ovvero di essere, in ogni caso, autorizzato all’incasso della somma.

Si vuole precisare che occorre in proposito distinguere l’ipotesi in cui l’assegno sia stato emesso da un soggetto privato ovvero sia stato rilasciato da un’azienda. Nel primo caso il soggetto che lo ha emesso è la persona fisica cui potrà eventualmente procedere ad avanzare le proprie richieste. Nell’altra ipotesi, invece, che potrebbe ricorrere nella situazione in cui, ad esempio, qualora si proceda ancora al pagamento degli stipendi mediante assegno, occorrerà fare riferimento alla figura del legale rappresentante pro tempore, unico soggetto autorizzato ad assumere obbligazioni e a disporre delle somme di proprietà aziendale per conto dell’azienda stessa.

Per quanto, invece, attiene alla scadenza fissata per la validità degli assegni, non vi è differenza alcuna tra le due situazioni, con la conseguenza che valgono le regole già esaminate e fissate dal Regio Decreto n. 1735 del 21 dicembre 1933, agli articoli 32 e ss.

FAQ sulla scadenza degli assegni bancari

  1. Quanto tempo dura un assegno bancario?
    - Otto giorni se deve essere pagato nel medesimo Comune di emissione;
    - Quindici se deve essere pagato in un Comune italiano diverso da quello di emissione;
    - Trenta se deve essere pagato in altri territori soggetti alla sovranità italiana e compresi nel bacino mediterraneo;
    - Sessanta se pagabile negli altri territori soggetti alla sovranità italiana;
    - Venti-sessanta se emesso in un Paese diverso da quello di incasso e a seconda che il continente sia lo stesso ovvero sia diverso.
  2. Cosa succede se un assegno bancario scade?
    Se l’assegno bancario scade, salvo i casi in cui il traente autorizzi la proroga della validità ovvero autorizzi l’istituto di credito a pagare in ogni caso la somma indicata al beneficiario, il beneficiario potrà tentare di adire, nei termini di legge, la via giudiziale ovvero quella monitoria.
  3. È possibile prorogare la scadenza di un assegno?
    Più che di proroga sembra corretto parlare di autorizzazione all’istituto di credito da parte del traente di pagare, in ogni caso, al beneficiario l’importo indicato nel titolo. Il primo, infatti, potrà chiedere alla banca di riferimento di pagare la somma in quest’ultimo indicata anche post scadenza del titolo di credito.
  4. Come si annulla un assegno bancario?
    Per annullare un assegno bancario ove ancora nella disponibilità materiale del traente sarà sufficiente strapparlo o imprimere sullo stesso la dicitura “annullato”. Ove l’assegno sia già stato consegnato materialmente al beneficiario occorrerà recarsi all’istituto di credito e chiedere che venga revocato l’ordine di pagamento dello specifico assegno.
  5. Che differenza c’è tra assegno bancario e circolare?
    Per l’assegno bancario valgono le regole ripercorse poco sopra sub punto 1. L’assegno circolare, invece, deve essere incassato entro tre anni dall’emissione.
Avvocato Chiara Biscella

Chiara Biscella

Dopo la laurea in giurisprudenza presso l'Università degli studi dell'Insubria e il conseguimento del diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ho intrapreso, ment ...