Banca Ifis SPA recupero crediti chi è e cosa fa
Quando smettiamo di pagare le rate di un prestito o finanziamento ci esponiamo al rischio di vederci arrivare solleciti di pagamento e richieste di “rientro” da parte dell’istituto di credito che ci ha concesso il finanziamento stesso.
Capita, tuttavia, che la richiesta di pagamento delle rate scadute e non pagate provenga da un soggetto diverso dall’erogatore del prestito, ossia da istituti specializzati nel recupero crediti, e tra questi spicca propria la Banca Ifis. Vediamo di seguito di cosa si tratta e come cautelarci in presenza di una sua richiesta di pagamento.
Banca Ifis recupero crediti chi è e cosa fa
La Banca Ifis S.p.A. è un istituto presente in Italia da molti anni, ma solo dalla metà dei primi anni 2000 ha iniziato ad occuparsi di quel settore che oggi viene identificato con la sigla NPL, ovverosia la gestione e/o acquisto di crediti deteriorati. Per intendere al meglio in cosa consista l’attività della Banca Ifis e quando interviene, occorre spiegare, innanzitutto cosa sono i crediti deteriorati.
Definiti dal sistema bancario anche come prestiti non performanti, o crediti inesigibili, si tratta di quelle somme di denaro che gli istituti di credito vantano il diritto di incamerare, perché provenienti da mutui, finanziamenti e prestiti concessi a soggetti, i quali, per svariati motivi, non sono più in grado di rientrare quanto alla restituzione.
Pertanto, la riscossione di tali somme diventa incerta, sia in relazione ai tempi per recuperarli, sia quanto all’entità delle somme in concreto recuperabili. Infatti, qualora il debitore si trovi in una situazione di difficoltà non temporanea, per esempio dovuta alla perdita del posto di lavoro, o, comunque, a causa dell’assenza di valide garanzie e/o beni di proprietà su cui soddisfare la pretesa creditrice, rendono difficile e, spesso, inutilmente dispendiosa ogni attività di recupero forzosa.
È pur vero che, di solito, la banca o altra società finanziaria, che ha concesso il prestito ad un privato o ad un’azienda tenta, quanto meno in prima battuta, di recuperare da sé le rate scadute e non pagate, attraverso l’invio di solleciti di pagamento al debitore, diffide ad adempiere, mail, telefonate ecc.. Ma quando il debitore persiste nell’inadempimento, e soprattutto qualora non abbia una situazione patrimoniale solida, gli istituti di credito, onde evitare l’avvio di dispendiose procedure legali e i tempi biblici ad essa collegate, ha a disposizione un’alternativa: cedere il credito a soggetti specializzati, i quali proseguiranno essi stessi nelle attività di recupero crediti.
Tra questi soggetti, spicca proprio la Banca Ifis. La Banca Ifis è, per l’appunto, un istituto specializzato nell’acquisizione dei crediti deteriorati e nelle attività di recupero degli stessi
Recupero crediti Banca Ifis come funziona
Il primo step per la Banca Ifis è dato dall’acquisizione del credito. Si tratta, come detto, dell’acquisto di crediti in sofferenza o inesigibili, almeno dal punto di vista dell’Istituto cedente, di regola ad un prezzo inferiore a quello effettivo (valore nominale).
Ad esempio, supponiamo che un ipotetico istituto di credito, che chiameremo BPF (Banca Prestito Felice), diventi meno felice allorquando accerterà le difficoltà di recuperare le somme concesse in prestito al Sig. Roccacannuccia, a seguito dell’erogazione di un mutuo di €. 100.000,00 (centomila,00). A questo punto, date le difficoltà di recupero, la BPF si trovi nella scelta di agire legalmente, affidando l’incarico ad un avvocato, ben sapendo le lungaggini e le ingenti spese di esecuzione, nonché la corposa parcella del proprio avvocato, ovvero cedere alla Banca Ifis il credito, incamerando, certamente, meno di quello che concretamente gli spetti, ma almeno incamera qualcosa, evita spese le legali e le incertezze collegate all’esito delle azioni esecutive, ed archivia la pratica.
Supponendo che la BPF opti per la seconda scelta, a fronte di un credito per un capitale del valore nominale di €. 100.000,00, la Banca Ifis versa, a titolo di acquisto del credito medesimo all’istituto di credito in parola, l’importo di €. 7.000,00 (settemila/00). In effetti, da una parte avremo la BPF sempre meno felice di aver conseguito una somma quasi irrisoria a fronte del capitale complessivo del credito; dall’altra, tuttavia, la stessa dovrà ragionare nel senso di aver ceduto un credito di difficile rientro, e che tutti i rischi di recupero sono stati in pratica trasferiti alla Banca Ifis, la quale anch’essa non avrà certezza di recupero.
Ma allora dove sta l’interesse della Banca Ifis all’acquisto? La spiegazione e semplice quanto logica. Restando nell’esempio di sopra, una volta acquisito il credito per €. 7.000,00, informato, dapprima, il debitore dell’avvenuta cessione del credito con lettera racc.ta a/r, di poi, iniziata la fase di persuasione dello stesso al pagamento, tempestandolo di SMS, telefonate, mail, raccomandate, e chi più ne ha più ne metta, supponiamo che la Banca Isif raggiunga un accordo con il debitore.
Supponiamo, altresì, che l’accordo consista in una soluzione a saldo e stralcio del credito, che gli consenta di estinguere il debito complessivo di €. 100.000,00 versando “solamente” l’importo di €. 15.000,00. Ecco che, essa Banca Ifis avrà comunque ricavato una differenza di €. 8.000,00, tra la spesa di acquisto del credito (€. 7.000,00) e la somma recuperata (15.000,00). Ovviamente, non sempre le situazioni volgono in questi termini, soprattutto quando il debitore sia un “nullatenente”, in questi casi anche per la Banca Ifis il recupero diventerà una mission impossible
Riepilogando, i vantaggi per l’istituto di credito cedente sono:
Recupero di una frazione, anche minima, del capitale finanziato altrimenti irrecuperabile; Ottimizzazione di costi e tempi, in quanto evitano di intraprendere lunghe e costose attività di recupero crediti, sia in fase stragiudiziale che giudiziale; evitano di iscrivere a bilancio voci in perdita
Svantaggi:
Il mancato recupero integrale del capitale finanziario.
Per la Banca Ifis i vantaggi sono: acquisto di crediti per un importo spesso anche irrisorio; possibilità di lucrare sulla differenza tra il prezzo di acquisto del credito e quello effettivo di recupero dal debitore
Svantaggi
l recupero delle somme, sia pure con una minima differenza di lucro, non è scontato e certo. Tutti i rischi di recupero si trasmettono dall’Istituto di credito cedente al cessionario, con il maggior rischio di non ricavare nulla allorquando il debitore non abbia nulla da perdere
Cosa pignora banca ifis?
Abbiamo visto il meccanismo della cessione del credito a Banca Ifis come funziona e quale utilità ne trae quest’ultima. Nei confronti del debitore, una volta acquisto il credito, la Banca Ifis sarà tenuta ex lege ad informare lo stesso dell’avvenuta cessione del credito.
La comunicazione, difatti, avviene attraverso l’invio di una lettera (racc.ta a/r o per posta ordinaria) con cui il debitore riceve l’avviso di cessione dalla medesima Banca Ifis, anziché dalla banca che gli aveva concesso il mutuo o finanziamento.
La comunicazione contiene, di regola l’invito al debitore a prendere con la Banca Ifis contatti per trovare un accordo in merito alla propria posizione debitoria indicando, all’uopo, un numero di riferimento della pratica che dovrà essere fornito in caso di contatto telefonico. In mancanza di risposta, Banca Ifis, seguirà l’iter comune a molte agenzie di recupero crediti, ossia l’invio di solleciti di pagamento, diffide ad adempiere, con tanto di minaccia dell’avvio di azioni legali per il recupero forzoso del credito.
Quando abbiamo a che fare con debiti di somme di denaro basati su atti scritti, quali sono i finanziamenti, la prima azione legale più diretta è rappresentato dalla richiesta di ingiunzione al giudice. Parliamo del decreto ingiuntivo su somme di denaro.
Con il decreto ingiuntivo la società di recupero crediti avrà in mano un titolo che la legittima ad azionare tutte le attività esecutive disponibili, delle quali il pignoramento è l’arma più gettonata. Ma cosa possono pignorare? Il pignoramento potrà avere ad oggetto sia beni mobili che beni immobili di proprietà del debitore, ovvero beni mobili registrati (auto di proprietà); se trattasi di beni in comproprietà il pignoramento avrà ad oggetto la quota di appartenenza.
Tra i beni mobili pignorabili, il primo a rischiare è il proprio conto corrente bancario o postale; anche il pignoramento dell’auto di proprietà è un rischio concreto, specie se si tratti di un veicolo di valore, oppure il pignoramento dello stipendio presso il datore di lavoro. Tra i beni immobili pignorabili, la casa di abitazione o altro immobile di proprietà, e ciò anche se trattasi di unica casa, poiché il limite di impignorabilità della prima casa, ex Legge 69/2013, riguarda solo i debiti con l’erario, e non anche quelli con altri creditori.
Come difendersi dal pignoramento
Ma come difendersi dal pignoramento? Quando si riceve una lettera da parte della Banca Ifis bisogna prestare attenzione, perché assumere un atteggiamento di disinteresse può essere controproducente soprattutto, quando si ha da “perdere” qualcosa.
Difatti, se il nullatenente, proprio perché tale, sa che qualunque azione legale rivolta a recuperare il credito non gli provocherebbe alcun danno, chi ha invece delle proprietà, somme su un conto corrente o lo stipendio da tutelare, deve invece alzare il suo livello di guardia. Il rischio di ritrovarsi pignorati i propri beni diventa concreta, per cui è necessario adottare un atteggiamento di cautela.
La prima regola è quella di considerare che, con molta probabilità, il credito acquisito dalla Banca Ifis è stato, per l’appunto, acquistato per un importo di molto inferiore al nostro debito originario, spesso anche per importi irrisori. Ciò significa che la Banca Ifis, per quanto “apparentemente” si mostri rigida, in realtà, con un po' di tira e molla, sarà ben disposta a chiudere la vertenza con soluzioni favorevoli al debitore. Per questo motivo è consigliabile rivolgersi ad un avvocato, sia perché la sua presenza evita quei piccoli trucchetti tipici di alcune agenzie di recupero crediti, rivolti ad impaurire il debitore. Si pensi alle comunicazioni in cui ci avvisano, in modo generico, che in mancanza di pagamento entro un certo termine si darà avvio immediato al pignoramento e peggio ancora che arriverà a domicilio l’ufficiale giudiziario.
In realtà, nella maggior parte dei casi non sarà possibile procedere al pignoramento immediato, se prima l’agenzia di turno non si munisca di un titolo che la legittimi all’azione esecutiva. Per fare ciò dovrà dare impulso all’azione giudiziale, depositando un ricorso diretto ad ottenere dal giudice l’emissione di un decreto ingiuntivo, per cui i tempi “tecnici” per arrivare al pignoramento non sono così brevi. Ma noi vogliamo adempiere ai nostri obblighi ed evitare le seccature di una procedura giudiziale, e il rischio di pignoramenti, per cui, muniti del nostro avvocato risolvi problemi, potremmo intavolare una trattiva bonaria. Le soluzioni possono essere di vari tipi, vediamo le principali:
Proposta di soluzione a saldo e stralcio con pagamento immediato
Supponiamo che la Banca Ifis ci comunichi che siamo debitori per un finanziamento ottenuto alcuni anni prima e non rientrato, e supponiamo ancora che il debito residuo, reclamato dalla Ifis, sia di €. 10.000,00, che con molta probabilità avrà acquistato per molto meno.
A questo punto, se si ha una pur minima disponibilità, si potrà proporre la definizione a saldo e stralcio per €. 3.000,00 con pagamento immediato e con estinzione integrale del debito. In questo caso, come si vede, abbiamo offerto il 30% dell’importo dovuto, a saldo e stralcio, cioè con un pagamento in misura ridotta ed immediato, ma che, allo stesso tempo, liquidi ed estingua tutto il debito;
Proposta di soluzione a saldo e stralcio con pagamento rateizzato
Rimanendo nell’ipotesi di sopra, supponiamo di non avere liquidità a sufficienza, tuttavia vogliamo cercare di ridurre la posta debitoria. A questo punto ben si potrebbe proporre una soluzione, sempre a saldo e stralcio, ma con un pagamento rateizzato.
Tuttavia, l’importo da proporre a definizione totale non potrà essere molto basso proprio perché non possiamo liquidarlo in modo immediato, per cui si potrà proporre una riduzione al 50% (restando nell’esempio, €. 5.000,00), pagabile in 5 rate da €. 1.000,00 cad.;
Pagamento dilazionato
Nella peggiore delle ipotesi, cioè quando siamo in totale difficoltà per liquidare in breve il debito, e non abbiamo una somma cospicua iniziale da offrire, ben si potrà proporre il pagamento rateizzato con piccole mini rate, ma in questi casi difficilmente si potrà spuntare uno sconto sull’intero importo;
Cessione del quinto
Strumento attraverso il quale il proprio datore di lavoro o l’ente previdenziale se pensionati, trattengono la rata da versare poi al creditore Come osservato, le soluzioni sono varie, e cambiano di volta in volta in base all’importo del debito e ad altre circostanze, evitano dispendiose dispute in sede giudiziaria ed il rischio di pignoramento, e permettono di risolvere nel modo meno doloro una spinosa questione di debito in sospeso.
Conclusioni
Quando si riceve una lettera da parte della Banca Ifis, o di altre agenzie di recupero crediti, bisogna prestare attenzione, perché assumere un atteggiamento di disinteresse può essere controproducente soprattutto se si hanno beni personali o somme di denaro sul conto da tutelare. L’importante è non farsi prendere dalle preoccupazioni, il consiglio è quello di affidarsi ad un avvocato che ci aiuterà a trovare la soluzione più adatta alle nostre esigenze e possibilità. Da questo punto di vista AvvocatoFlash vi dà ampia possibilità di scelta nel trovare l’avvocato giusto al caso vostro.
Marco Mosca
Sono l'Avv. Marco Mosca ed opero da 12 anni nel campo giuridico. Ho maturato una significativa esperienza in molti settori del diritto, in particolare nell'ambito della materia societaria e di tutto ciò che ad essa è collegato. Pertan ...