Cosa fare in caso di irregolarità nei Concorsi Pubblici
Oggi i concorsi pubblici sono una delle poche occasioni per aspirare ad un buon posto di lavoro, ma cosa fare in caso di irregolarità?
Solitamente un concorso publico si compone di prove scritte e di un colloquio orale. Ovviamente per poter andare avanti con il processo di selezione è necessario superare tutte le prove e cercare di ottenere un buon punteggio.
Le irregolarità durante le prove di un concorso publico
Nella stesura di un bando l’amministrazione competente deve sempre rispettare certe regole, disciplinate nella normativa nazionale sui concorsi pubblici (d.P.R. 487/1994) e nel decreto che statuisce lo svolgimento della procedura concorsuale.
I casi più frequenti riguardano:
- Limiti d’età: In Italia i limiti di età per l’accesso ai concorsi pubblici sono stati aboliti con la legge Bassanini n. 127/1997 (recante Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa che imponeva ed introduceva a semplificazione delle procedure amministrative, il principio di sussidiarietà ed il federalismo amministrativo) anche se sono consentite deroghe, come, ad esempio, nel settore delle Forze Armate. Tuttavia la Corte di Giustizia Europea si è pronunciata in merito nel novembre 2014 dichiarando che l’apposizione di tali limiti può risultare discriminatoria nei confronti di altri cittadini titolari delle medesime capacità. Quindi, introdurre limiti di età per partecipare a concorsi pubblici è legittimo, ma solo se non fossero considerati discriminatori e sproporzionati;
- Titoli di studio o altri requisiti obbligatori: Nel caso in cui nel bando vengano apposti dei requisiti non previsti dalla normativa che disciplina le procedure di assunzione;
- Ipotesi di esclusione considerata discriminatoria.
Da ultimo, il decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75 recante “Modifiche e integrazioni al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165”, attuativo della legge delega 7 agosto 2015, n. 124 (cd. Legge Madia) in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, ha introdotto l’articolo 35, comma 5.2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 che prevede l’emanazione di “linee guida di indirizzo amministrativo sullo svolgimento delle prove concorsuali e sulla valutazione dei titoli, ispirate alle migliori pratiche a livello nazionale e internazionale in materia di reclutamento del personale, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, vigente in materia”.
Tali linee guida sono state adottate con la Direttiva n. 3 del 2018 del Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione e si inseriscono nell’ambito di un più ampio e continuo intervento riformatore del legislatore finalizzato ad aggiornare e migliorare la qualità, l’efficienza, la professionalità e le competenze del personale che opera presso le amministrazioni pubbliche.
Concorsi pubblici e ricorso al TAR
Le tempistiche del ricorso variano da un minimo di sei mesi ad un massimo di un anno per la sentenza definitiva.
Per i concorsi il termine decorre dalla:
- Pubblicazione del bando se è quest’ultimo che si vuole impugnare;
- Esecuzione della prova se si vogliono denunciare irregolarità rilevate nel corso della stessa;
- Pubblicazione della graduatoria se oggetto del ricorso è quest’ultimo. All’avvocato occorre fornire tutti gli elementi utili per poter istruire il ricorso: quest’ultimo ha infatti bisogno delle seguenti informazioni per la redazione della causa:
- Elementi identificativi del ricorrente, del suo difensore e delle parti nei cui confronti il ricorso è proposto;
- Esposizione sommaria dei fatti, perciò i motivi specifici su cui si fonda il ricorso;
- Oggetto della domanda, quale atto impugnato o il provvedimento in causa;
- Sottoscrizione del ricorrente.
In caso di vittoria di un ricorso in un concorso pubblico la graduatoria finale può essere annullata, o da parte dell’Amministrazione competente, oppure dalla decisione della giurisdizione amministrativa. Ovviamente l’annullamento riguarda tutti gli atti successivi alla pubblicazione della graduatoria, quindi anche l’eventuale immissione in servizio e la sottoscrizione del contratto.
In generale, comunque, si tenterà di far ripetere solamente le procedure illegittime, evitando quindi di ripetere quelle dimostratesi legittime. In quanto al riparto di giurisdizione in materia di impiego pubblico privatizzato, il legislatore all’art. 63 del D. Lgs. n. 165 del 2001, attribuisce al Giudice ordinario, in funzione di Giudice del lavoro, tutti i giudizi inerenti ad ogni fase del “rapporto di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni”.
Concorsi pubblici e reato di corruzione
Fonti normative
Legge 15 marzo 1997, n. 59
Legge delega 7 agosto 2015, n. 124
D. Lgs. n. 165 del 2001
d.P.R. 487/1994
Michele Rabasco
Sono il Dott. Michele Rabasco, ho conseguito nel 2018 la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" con una tesi in diritto pubblico generale. Ho lavorato a Roma presso lo studio legale Ga ...