Il codice deontologico forense
Il Codice Deontologico Forense disciplina le regole, le norme, gli obblighi e doveri di comportamento che l'avvocato è tenuto ad osservare, nei rapporti con la professione medesima, con i propri colleghi avvocati, con il cliente, con la controparte ecc.. Anche tramite il rispetto di tali norme di comportamento, l'avvocato contribuisce all'attuazione dell'ordinamento giuridico per i fini della giustizia.
- Chi sono i destinatari del codice deontologico forense?
- Qual è lo scopo del codice deontologico?
- Quali sono i principi del codice deontologico?
- Violazione delle regole del Codice Deontologico Forense
- Cosa si intende per elementi di etica e deontologia?
Chi sono i destinatari del codice deontologico forense?
Ai sensi dell’art. 2 del Codice Deontologico, “Norme deontologiche e ambito di applicazione”, le norme deontologiche si applicano a tutti gli avvocati nella loro attività professionale, nei reciproci rapporti e in quelli con i terzi; si applicano anche ai comportamenti nella vita privata, quando ne risulti compromessa la reputazione personale o l’immagine della professione forense.
Si applicano al professionista per atti di associati, collaboratori e sostituti e alla società tra professionisti. Anche i praticanti avvocati sono soggetti ai doveri e alle norme deontologiche degli avvocati e al potere disciplinare degli Organi forensi.
Qual è lo scopo del codice deontologico?
Il Codice Deontologico, in generale, è un corpus normativo, ossia un complesso di norme comportamentali, di rilievo giuridico, volto a disciplinare l’esercizio di una data professione. Molte professioni, dato il loro rilievo per le funzioni svolte, hanno un proprio Codice Deontologico (si pensi a quello dei medici per citarne uno), il cui scopo è quello di stabilire regole di comportamento dei professionisti.
Per quanto attiene la professione forense, l’art. 1 del CDF chiarisce in prima battuta il suo scopo: L’avvocato è una figura necessaria per tutelare, in ogni sede, il diritto alla libertà, l’inviolabilità e l’effettività della difesa, assicurando, nel processo, la regolarità del giudizio e del contraddittorio. Esso vigila sulla conformità delle leggi ai principi della Costituzione e dell’Ordinamento dell’Unione Europea e sul rispetto dei medesimi principi, nonché di quelli della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, a tutela e nell’interesse della parte assistita. È chiaro, da quanto sopra esposto, che il ruolo dell’avvocato ha una rilevanza tale, sia a livello pubblico che privato, che necessita un’apposita disciplina di comportamento.
Le regole deontologiche definiscono l'organizzazione e l'esercizio della professione nell'interesse pubblico, prescrivendo l'obbligo della correttezza dei comportamenti, la cura della qualità, l'efficacia della prestazione professionale.
La violazione dei doveri e delle regole di condotta e comunque le infrazioni ai doveri e alle regole di condotta imposti dalla legge o dalla deontologia costituiscono illeciti disciplinari ai sensi dell’art. 51, comma 1, della legge 31 dicembre 2012, n. 247, che comportano l’applicazione di sanzioni, che esamineremo in seguito.
Quali sono i principi del codice deontologico?
Il CDF può essere suddiviso in base agli argomenti trattati. Il primo libro (artt. 1-22) è dedicato ai principi generali che devono essere osservati dall'avvocato nell'esercizio dell'attività professionale. Abbiamo già esaminato nei primi 2 paragrafi gli artt. 1 e 2, che indicano lo scopo, i destinatari e l’ambito di applicazione.
Altri principi più rilevanti da menzionare sono:
Art. 5 – Condizione per l’esercizio dell’attività professionale: in questo articolo si indica un principio base, ossia l’iscrizione all’Albo quale condizione per esercitare la professione di Avvocato;
Art. 6 – Dovere di evitare incompatibilità: altro principio fondamentale, che prevede il divieto per il professionista di svolgere alcune attività che si presentano, per determinati motivi, inconciliabili con la figura di avvocato (per maggiori dettagli vedi “L’incompatibilità di un Avvocato”);
Art. 7 – Responsabilità disciplinare per atti di associati, collaboratori e sostituti: l’avvocato è personalmente responsabile anche per le condotte, determinate da suo incarico, in violazione del CDF da parte dei suoi associati, collaboratori, sostituti, salvo che il fatto non sia completamente ad essi ascrivibile;
Art. 9 – Doveri di probità, dignità, decoro e indipendenza; Ecco un’altra norma che disciplina specificamente le regole di condotta cui deve attenersi l’avvocato, sia esercitando la professione sia al di fuori dell’attività professionale stessa. Infatti, egli: “...deve esercitare l’attività professionale con indipendenza, lealtà, correttezza, probità, dignità, decoro, diligenza e competenza, tenendo conto del rilievo costituzionale e sociale della difesa, rispettando i principi della corretta e leale concorrenza; Art.
Art.10 – Dovere di fedeltà: l’avvocato deve adempiere fedelmente l’incarico ricevuto, svolgendo l’attività a tutela dell’interesse del suo assistito; Da menzionare, inoltre:
Art. 11 – Rapporto di fiducia e accettazione dell’incarico;
Art. 12 – Dovere di diligenza;
Art. 13 – Dovere di segretezza e riservatezza;
Art. 14 – Dovere di competenza;
Art. 15 – Dovere di aggiornamento professionale e di formazione continua;
Art. 16 – Dovere di adempimento fiscale, previdenziale, assicurativo e contributivo;
Art. 17 – Informazione sull’esercizio dell’attività professionale;
Art. 18 – Doveri nei rapporti con gli organi di informazione;
Art. 19 - Doveri di lealtà e correttezza verso i colleghi e le Istituzioni forensi. Di seguito analizziamo i principi di cui agli art. 20-22 sulla responsabilità Disciplinare
Violazione delle regole del Codice Deontologico Forense
La violazione dei doveri e delle regole di condotta previsti dal CDF rappresentano illeciti di tipo disciplinare, che comportano l’applicazione di sanzioni diverse in base alla gravità del fatto, alle conseguenze ovvero alla reiterazione di comportamenti anti disciplinari.
Spetta agli Organi disciplinari (CDD: Consigli Distrettuali di Disciplina) la potestà di applicare le sanzioni adeguate e proporzionate alla violazione commessa. Le sanzioni disciplinari sono:
1. Avvertimento: si applica per le infrazioni di lieve entità. Esso ha per lo più una funzione informativa. Infatti, consiste nell’informare l’incolpato che la sua condotta non è stata conforme alle norme deontologiche e di legge, con invito ad astenersi dal compiere altre infrazioni;
2. Censura: consiste nella dichiarazione di biasimo formale e si applica quando la gravità dell’infrazione, il grado di responsabilità, i precedenti dell’incolpato e il suo comportamento successivo al fatto inducono a ritenere che egli non incorrerà in un’altra infrazione;
3. Sospensione: si applica per violazione di una certa gravità o quando non sussistono le condizioni per la sola dichiarazione di biasimo. Essa consiste nell’esclusione temporanea dall’esercizio della professione o dal praticantato, da due mesi a cinque anni;
4. Radiazione: Si applica per le violazioni più gravi e tali da rendere incompatibile la permanenza dell’incolpato nell’albo, elenco o registro. Consiste nell’esclusione definitiva dall’albo, elenco o registro e impedisce l’iscrizione a qualsiasi altro albo, elenco o registro, fatto salvo quanto previsto dalla legge;
5. Nei casi più gravi, la sanzione disciplinare può essere aumentata, nel suo massimo. Mentre nei casi di infrazioni lievi e scusabili, all’incolpato è fatto richiamo verbale, non avente carattere di sanzione disciplinare.
Cosa si intende per elementi di etica e deontologia?
Il termine etica, termine derivante dal greco ethos, "carattere”, “comportamento”, “costume”, “consuetudine”. L’etica è sia un insieme di norme e di valori che regolano il comportamento dell’uomo in relazione agli altri, che un criterio che permette all’uomo stesso di giudicare i comportamenti propri e altrui, rispetto alle categorie del bene e del male.
L’etica non pone specifici doveri e non prevede l’applicazione di sanzioni per chi non agisce secondo i suoi dettami. La deontologia è quel complesso di regole di condotta che devono essere rispettate nell’attività professionale, e proprio perché professionale, è settoriale e non universale. La deontologia è, infatti, un elemento strutturale della professione stessa che serve a tutelarla, a proteggere i consumatori e tutti coloro che entrano in contatto con il professionista. La deontologia “professionale” può definirsi l’insieme dei principi e regole di condotta che un determinato gruppo professionale deve osservare nell’esercizio della sua professione.
La deontologia, in relazione alle professioni intellettuali, indica, quindi, il complesso dei principi e delle regole che disciplinano particolari comportamenti, non di carattere tecnico, del professionista, collegato all’esercizio della professione e all’appartenenza all’ordine professionale. In ordine al rapporto etica/diritto occorre evidenziare che entrambe le “istituzioni” regolano i rapporti tra individui affinché siano garantiti la sicurezza personale e l’ordine pubblico, ma si affidano a mezzi diversi: il diritto si basa sulla legge territoriale, valida solo sul territorio statale e se non rispettata sarà seguita da una pena.
L’etica, invece, si basa sulla legge morale universalmente. Mentre il diritto si occupa della convivenza fra individui, l’etica della condotta umana più in generale. La deontologia si distingue, quindi, dall’etica che si riferisce a tutte le condotte umane, in quanto deriva direttamente dall’ordinamento giuridico professionale dal quale riceve il fondamentale avallo normativo ed è finalizzato a regolare i comportamenti e a salvaguardare la professionalità dei suoi iscritti.
Conclusione
In conclusione l’avvocato, nell’esercizio della professione forense, deve necessariamente rispettare gli obblighi, i doveri e i principi del codice deontologico, tanto nella professione quanto nella vita privata, essendo inoltre in possesso delle necessarie conoscenze tecniche, giuridiche, etiche e deontologiche per prevenire ed evitare le conseguenze del suo comportamento.
Marco Mosca
Sono l'Avv. Marco Mosca ed opero da 12 anni nel campo giuridico. Ho maturato una significativa esperienza in molti settori del diritto, in particolare nell'ambito della materia societaria e di tutto ciò che ad essa è collegato. Pertan ...