Testamento pubblico - Cos’è, come funziona e costi
Vuoi fare un testamento pubblico? Scopri i costi, la procedura notarile e i vantaggi di questa forma di testamento rispetto alle altre.
L’ordinamento giuridico italiano prevede una serie di norme volte a disciplinare la sorte delle sostanze di un soggetto per il momento in cui egli avrà cessato di vivere. Tali disposizioni sono quelle che dispongono, in particolare, in materia di successione, distinguendo, peraltro, tre forme:
- la successione legittima;
- la successione necessaria;
- la successione testamentaria.
Quest’ultima si ha quando è lo stesso soggetto titolare dei beni a redigere documento scritto, il c.d. testamento, nel quale indica espressamente come voglia che siano distribuite le sue proprietà tra gli eredi e i legatari, salvo, ovviamente, quanto previsto in materia di successione legittima. Il codice civile italiano contempla diverse tipologie di testamento, ossia il testamento olografo, il testamento pubblico (che si perfeziona per atto del notaio e alla presenza di due testimoni) e il testamento segreto. Di seguito si cercherà di analizzare in maniera completa tutti gli aspetti salienti del testamento pubblico.
Cos’è il testamento pubblico
Definizione legale e caratteristiche principali
La disciplina del testamento pubblico è contenuta in maniera puntuale nell’articolo 603 del codice civile. In particolare, il testamento pubblico è qualificato come il testamento che dal testatore viene reso dinanzi al notaio ed alla presenza di due testimoni. In concreto, alla presenza di questi ultimi il testatore dichiara le proprie volontà al notaio, il quale redige atto scritto in cui le formalizza e ne dà successiva lettura a tutte le parti – testatore e testimoni -, verbalizzando tutte le operazioni svolte nel corpo del testamento. Si prevede che, a pena di invalidità dell’atto, il testamento pubblico deve necessariamente indicare:
- il luogo in cui esso è reso;
- la data in cui è ricevuto dal notaio;
- l’orario esatto in cui vengono apposte le sottoscrizioni delle parti coinvolte (notaio, testatore e testimoni);
- le sottoscrizioni delle parti.
In relazione a tale ultimo elemento può accadere che, per le più disparate ragioni, il testatore non possa o lo possa fare solo con notevoli difficoltà sottoscrivere l’atto. In tale eventualità il notaio deve fare menzione della circostanza prima di dare lettura del testamento. Regola peculiare è detta per il remoto caso in cui il testatore non solo non sia in grado di apporre la propria sottoscrizione, bensì non sappia nemmeno leggere. In tal caso, la legge richiede che i testimoni che devono partecipare alla procedura devono essere quattro e non solo due. Prema sottolineare che, essendo un atto pubblico, la figura testamentaria in questione assume la qualifica di atto pubblico: ciò significa che, secondo quanto previsto dall’art 2700 del Codice Civile, fa piena prova fino a querela di falso circa la sua provenienza dal pubblico ufficiale che lo ha redatto, e/o di quanto il notaio attesta esser stato fatto o detto in sua presenza.
Differenze tra testamento pubblico, olografo e segreto
Il testamento pubblico si differenzia dalle altre due forme di testamento normativamente previste, ossia quelle del testamento olografo e del testamento segreto. Il testamento olografo è il testamento che il disponente predisponga per intero l’atto redigendolo a mano. Ciò significa che per essere valida questa forma testamentaria deve essere scritta dal testatore di suo pugno sia nel corpo che negli elementi accessori, quali data e luogo di stesura. Ovviamente deve essere olografa anche la sottoscrizione, onde evitare che la validità del testamento sia infezionata. Quindi, le caratteristiche che devono essere rispettate ai fini della piena validità di tale figura di atto sono le seguenti:
- olografia;
- data certa;
- firma del testatore.
Nel caso di testamento segreto, invece, il testamento è, comunque, scritto autonomamente dal testatore, ma deve essere inserito in una busta chiusa e sigillata, che deve essere consegnata al notaio alla presenza di due testimoni, capaci di intendere e di volere. La consegna deve essere accompagnata dalla dichiarazione del testatore che nel documento consegnato sono contenute le sue volontà testamentarie. Il notaio riceve il testamento e lo conserva sino al momento dell’apertura della successione alla morte del testatore. Disciplina peculiare è fissata in tale caso per l’ipotesi in cui il testatore sia muto o sordomuto, disponendosi in tal caso che la dichiarazione necessaria sia redatta per iscritto alla presenza dei testimoni o che se il testamento è stato scritto da altri lo ha letto per intero. A differenza del testamento olografo, quindi, in questo caso non è necessario che il testatore provveda a redigere l’atto integralmente di suo pugno, ma può determinare l’incombente a terze persone. Ciò che conta è che sua sia la sottoscrizione apposta in calce.
Come si redige un testamento pubblico
Il ruolo del notaio nella redazione del testamento
Da quanto si è anticipato nei paragrafi precedenti si ricava che, per quanto concerne il testamento pubblico, quella del notaio è una figura di centrale importanza, dovendo egli procedere a svolgere tutta una serie di attività indispensabili ai fini della validità dell’atto e cioè:
- raccogliere le intenzioni testamentarie rese dal testatore di fronte al numero di testimoni richiesto dalla legge (salve eccezioni);
- procedere a formalizzare le dichiarazioni rese redigendone atto scritto avente data certa;
- dare lettura integrale del testamento dinanzi a tutte le parti intervenute;
- procedere a raccogliere sul documento le sottoscrizioni del testatore e dei testimoni e successivamente sottoscrivere il documento anche personalmente;
- redigere verbale di tutte le operazioni svolte.
Testimoni necessari e requisiti di validità
Come già si è avuto modo di anticipare la figura del testamento pubblico si caratterizza in quanto in sede di formazione dello stesso dinanzi al notaio è necessaria la presenza di testimoni, in numero – salvi casi particolari – di due e che siano capaci di intendere e di volere, oltre che capaci d’agire (ciò significa che devono essere maggiorenni). I testimoni devono assistere all’intero svolgimento della procedura ed apporre la propria sottoscrizione sul documento steso dal notaio, al fine di attestare che quanto in esso affermato corrisponda a quanto effettivamente dichiarato dal testatore e a quello che è stato lo svolgimento dell’iter che si è concluso con la redazione del testamento pubblico.
Registrazione e conservazione del testamento
In seguito alla morte del testatore il notaio deve procedere a registrare il testamento pubblico, ossia, su richiesta di chiunque ne abbia interesse, essere trasferito nel suo contenuto integrale dal fascicolo e repertorio generale degli atti di ultima volontà a quello generale degli atti notarili. Infine, incombe sul notaio l’obbligo di diligentemente conservare il testamento pubblico formato in sua presenza.
Vantaggi del testamento pubblico
Il ricorso al testamento pubblico comporta, rispetto alle altre forme, una serie di vantaggi indiscutibili, che possono essere compendiati nei seguenti:
- Maggiore sicurezza giuridica rispetto ad altre forme testamentarie;
- Impossibilità di smarrimento o distruzione accidentale;
- Garanzia di conformità alle norme legali.
Si deve osservare, in proposito, come il testamento in questione è, innanzitutto, redatto dal notaio, nella sua veste di pubblico ufficiale, con la conseguenza primaria che la sua predisposizione è curata da un soggetto che, in ragione della sua competenza, ha indiscutibilmente competenze tali da consentire il rispetto della normativa vigente. Inoltre, la circostanza che esso sia conservato negli archivi del notaio evita in radice la possibilità che il testamento possa essere smarrito per cause accidentali. La tutela in punto di conservazione per quanto attiene alla figura testamentaria in questione non viene meno nemmeno nell’ipotesi in cui vengano accidentalmente distrutti gli archivi del notaio, essendo il documento conservato come ricevuto, ossia in busta chiusa, presso l’Archivio Notarile e, comunque, registrato nel Registro Generale dei Testamenti. Tali adempimenti consentono di risalire al testamento e di disporre di un archivio dei testamenti redatti da notaio in tutto il territorio nazionale. Si sottolinea che la consultazione dell’Archivio Notarile è, tuttavia, concessa solo ed esclusivamente a seguito del decesso del testamento e consente di verificare se sussistano eventuali testamenti resi da questi.
Costi del testamento pubblico
Spese notarili e costi medi in Italia
Di tutta evidenza è la considerazione che il costo di un testamento pubblico redatto da notaio dipende, innanzitutto, dal compenso che questi richiede per lo svolgimento delle proprie attività, in considerazione non solo del tipo e del valore dei beni che ne formano oggetto, bensì anche della complessità dell’atto, rapportata anche dal numero dei beni coinvolti. Trattandosi, nella sostanza, di un libero professionista il notaio, entro i limiti dei parametri imposti dalla legge, può determinare liberamente il proprio compenso. Quindi, le tariffe applicate possono variare sensibilmente da notaio a notaio e possono contemplare anche voci relative alle imposte applicabili nonché ad eventuali tasse aggiuntive. Onde evitare di farsi cogliere di sorpresa ed evitare spiacevoli inconvenienti sembra opportuno che il soggetto che intenda procedere a rendere un testamento pubblico si informi anticipatamente sulle tariffe applicabili dal professionista prescelto chiedendogli di fornire un preventivo di massima. Ad ogni buon conto, senza pretesa di esaustività e certezza assoluta, si può affermare che il costo medio allo stato attuale è ricompreso nella forbice di costo che va dai 500,00 ai 1.500,00 euro.
Possibili variazioni in base alla complessità dell’atto
Se quello da ultimo indicato è il costo medio applicato dai professionisti per procedere all’iter che conduce alla stesura di un testamento pubblico i predetti costi possono essere assoggettati a variazioni, anche in aumento, in considerazione della complessità dell’atto. Tanto più, ad esempio, sono i beni che ne formano oggetto tanto maggiore può essere il tempo richiesto per la redazione del documento e tanto maggiori potranno essere i costi applicati dal notaio per lo svolgimento della propria attività.
Chi paga i costi del testamento
I costi relativi alle spese e agli onorari dovuti al notaio per lo svolgimento delle attività connesse alla redazione di un testamento pubblico sono generalmente posti a carico di colui che ne richieda la pubblicazione. Questi, successivamente, potrà agire in rivalsa sugli eredi, tenuti – ai sensi e per gli effetti dell’articolo 752 del codice civile – a contribuire tra loro al pagamento di tutti i debiti e i pesi ereditari in proporzione alle relative quote ereditarie e salve diverse disposizioni del testatore, il quale potrà eventualmente anche scegliere di accollarsi tutte le spese.
Revoca e modifica del testamento pubblico
Quando e come è possibile revocare un testamento pubblico
Il testatore può essere revocato in qualsiasi momento dal testatore, il quale può alternativamente:
- in un momento successivo rispetto a quello del perfezionamento del testamento pubblico procedere a redigere un testamento olografo, con il quale disponga in maniera assolutamente incompatibile rispetto a quanto fatto nel primo atto;
- mediante ulteriore atto puntualmente ricevuto dal notaio e sempre alla presenza di due testimoni in cui il testatore dichiari in maniera espressa di revocare, in tutto o in parte, le disposizioni anteriori.
Differenze tra revoca espressa e revoca implicita
Differenza fondamentale in materia è, quindi, quella tra revoca espressa e revoca implicita. La prima figura consiste in una dichiarazione di volontà, unilaterale e non recettizia, resa dal testatore e volta a privare di efficacia le disposizioni testamentarie rese in precedenza. Il codice civile italiano sanzisce che tale forma di revoca può essere attuata attraverso la predisposizione di un nuovo testamento, a prescindere dalla forma usata. La revoca implicita, al contrario, in casi di testamento pubblico si attua mediante la predisposizione di un testamento avente data posteriore rispetto al primo e incompatibile nella sostanza con quello precedente.
Impugnazione del testamento pubblico
In quali casi un testamento pubblico può essere impugnato
Come esaminato nei paragrafi precedenti il testamento pubblico è redatto dal notaio alla presenza di due testimoni. Le modalità di perfezionamento dell’atto garantiscono l’assoluta immunità dello stesso da falsità o alterazioni di sorta. Si deve, tuttavia, osservare che nello svolgimento della propria attività non incombe sul notaio un obbligo di previa verifica della capacità di intendere e volere del testatore ovvero di verificare che le volontà dichiarate non ledano la legittima. Ne consegue che il testamento pubblico può essere impugnato per accertata incapacità del testatore ovvero per lesione della legittima. In entrambi i casi il diritto ad impugnare è assoggettato ad un termine decadenziale, decorso il quale non può più essere esercitato dall’avente diritto. Tale termine decadenziale è fissato per il caso in cui si rilevi l’incapacità del testatore al momento delle dichiarazioni relative alle proprie ultime volontà in cinque anni; qualora, invece, si intenda eccedere la lesione della legittima il termine entro il quale impugnare il testamento è quello di dieci anni dal perfezionamento.
Chi ha diritto a contestare la validità di un testamento
Da quanto testé affermato consegue che può impugnare il testamento chiunque abbia interesse concreto e diretto sulla massa ereditaria. Tra essi rientrano, a titolo di esempio, sicuramente coloro che sono stati estromessi o, comunque, danneggiati dal testamento che abbiano leso la quota di legittima loro spettante per legge.
Le procedure legali per impugnare un testamento
Per quanto attiene all’impugnazione del testamento per incapacità di intendere e di volere del testatore, il soggetto interessato deve procedere alla proposta di una domanda giudiziale, in seguito alla quale venga istaurato un giudizio nel corso del quale il giudice dovrà procedere ad accertare se il testatore fosse o meno capace di intendere o di volere al momento della dichiarazione testamentaria resa al notaio. Ove si accerti che in tale momento il testatore non fosse capace di intendere e di volere il giudice dovrà annullare il testamento, in considerazione della sua invalidità. Dall’annullamento in questione deriva l’applicazione al caso concreto delle disposizioni in tema di successione legittima. L’impugnazione del testamento per lesione della legittima può essere proposta dal legittimario che sia stato leso nei suoi diritti mediante proposizione dell’azione di riduzione con la quale chiedere al giudice di dichiarare inefficaci tutti gli atti compiuti – siano disposizioni testamentarie o donazioni - che abbiano avio effetto di ledere la quota di legittima spettantegli. Con tale azione, quindi, i beni di cui il de cuius abbia disposto vengono ricondotti nel patrimonio ereditario ed è come se le disposizioni lesive non siano mai stati posti in essere e vengono attribuiti ai legittimari in osservanza delle quote di legittima.
Domande frequenti sul testamento pubblico
- Chi può redigere un testamento pubblico? Un testamento pubblico può essere redatto da qualsiasi persona maggiorenne e capace di intendere e di volere. È necessario rivolgersi a un notaio, che ne garantisce la validità giuridica. Il testatore deve esprimere la propria volontà davanti al notaio e a due testimoni, che non devono essere eredi o beneficiari. Il notaio redige l’atto in forma scritta e lo conserva nei propri archivi, registrandolo per garantirne l’ufficialità. Questa forma testamentaria è scelta per la sua sicurezza, poiché riduce il rischio di contestazioni e garantisce che la volontà del testatore sia rispettata.
- Quali documenti servono per fare un testamento pubblico? Per redigere un testamento pubblico è necessario presentare un documento d’identità valido e il codice fiscale. Il testatore deve fornire al notaio tutte le informazioni relative ai beni da lasciare in eredità e indicare chiaramente i destinatari del proprio patrimonio. Non sono richiesti altri documenti specifici, ma in alcuni casi il notaio potrebbe chiedere ulteriori certificazioni, come visite catastali o atti di proprietà, per garantire la correttezza delle disposizioni testamentarie. La presenza dei testimoni è obbligatoria per la validità dell’atto.
- Quanto costa fare un testamento pubblico? Il costo di un testamento pubblico varia in base al compenso del notaio e alla complessità dell’atto. In media, il costo si aggira tra i 500 e i 1.500 euro, ma può essere più alto se sono coinvolti beni di particolare valore o se l’atto prevede disposizioni complesse. Le tariffe possono variare da notaio a notaio e possono includere imposte e tasse aggiuntive. È consigliabile richiedere un preventivo prima di procedere, per conoscere esattamente i costi previsti e non avere sorprese.
- Un testamento pubblico può essere annullato? Sì, un testamento pubblico può essere annullato in determinate circostanze. Se viene dimostrato che il testatore non era in pieno possesso delle proprie facoltà mentali al momento della redazione, l’atto può essere impugnato. Altri motivi di annullamento includono vizi di forma, pressioni indebite da parte di terzi o la violazione delle quote di legittima. L’impugnazione deve essere presentata da un erede legittimato entro i termini di legge, attraverso un’azione legale in tribunale.
- È possibile modificare un testamento pubblico? Sì, il testatore può modificare o revocare un testamento pubblico in qualsiasi momento, a condizione che sia ancora in grado di intendere e di volere. Per apportare modifiche, è necessario recarsi nuovamente dal notaio e redigere un nuovo testamento, che sostituisce il precedente. Se il testamento viene revocato senza essere sostituito, si applicano le norme della successione legittima. La modifica deve seguire le stesse formalità del testamento originale per essere valida.
- Cosa succede se il testamento pubblico non rispetta la quota di legittima? Se un testamento pubblico viola la quota di legittima, gli eredi legittimari possono contestarlo e chiedere la riduzione delle disposizioni testamentarie. La legge italiana tutela determinati eredi, come coniuge, figli e, in alcuni casi, genitori, garantendo loro una parte del patrimonio del defunto. Se un testamento attribuisce beni in modo da ledere questa quota, gli eredi possono avviare un’azione legale per far valere i propri diritti.
- Dove viene conservato un testamento pubblico? Il testamento pubblico viene conservato presso lo studio del notaio che lo ha redatto e registrato presso l’Archivio Notarile. Questo garantisce che l’atto sia sempre reperibile e non possa essere distrutto, smarrito o falsificato.

Chiara Biscella
Dopo la laurea in giurisprudenza presso l'Università degli studi dell'Insubria e il conseguimento del diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ho intrapreso, ment ...