Come revocare una successione in Italia
Guida pratica sulla revoca della successione: normativa italiana, procedura legale e come agire in caso di successione contestata.
Cos'è la revoca della successione?
La normativa generale in materia successoria prevede espressamente che non può essere mai rinunciata la facoltà per il testatore di revocare il testamento o le disposizioni testamentarie. L’eventuale rinuncia effettuata in tal senso è considerata assolutamente illegittima e, quindi, nulla.
Per quanto più specificamente attiene alla revoca si precisa che essa può investire:
- l’intero testamento (revoca integrale o totale);
- solo una parte dello stesso o una o più clausole (revoca parziale, che non intacca la parte revocata);
- disposizioni a titolo universale (es. istituzione di erede);
- disposizioni a titolo particolare (i.e. legato);
- disposizioni aventi carattere patrimoniali;
- disposizioni aventi carattere non patrimoniale.
L’ordinamento giuridico italiano consente in qualsiasi momento la revoca del testamento, in quanto principio considerato fondamentale è quello di mantenere la più ampia libertà di scelta alla persona sulle sue ultime volontà nei riguardi delle proprie sostanze.
Infine, la revoca del testamento può estrinsecarsi in diverse forme, ossia:
- espressa: è tale la revoca resa in un testamento (quale che ne sia la forma – cfr. paragrafo successivo) ovvero anche in atto ricevuto da notaio alla presenza di due testimoni, configurandosi come negozio giuridico formale, il cui fine ultimo è quello di elidere una o più disposizioni contenute nel testamento;
- tacita: si configura nei casi tipici previsti dal codice civile e che lasciano presumere, salva prova contraria, la volontà del testatore di revocare il testamento o le singole disposizioni testamentarie. Le ipotesi codicisticamente contemplate sono quelle della predisposizione di un testamento successivo che sia incompatibile con quello precedente; della distruzione materiale del testamento olografo; del ritiro del testamento segreto da parte del testatore dal notaio presso il quale il documento era depositato; dell’alienazione (trasferimento della proprietà ad altri) o trasformazione del bene che costituisce oggetto del legato;
- legale per sopravvenienza di figli: opera nel caso esclusivo in cui il testamento sia stato redatto nel momento in cui il testatore non aveva o non sapeva di avere figli e in un momento successivo ne nascano o ne scopra l’esistenza. Nel caso di specie la revoca esplica i suoi effetti per presunzione legale, in quanto rinviene la propria ratio nella volontà presunta del testatore (si presume, infatti, che le valutazioni in merito alla disposizione delle proprie sostanze possano essere diverse quando non ci siano figli rispetto a quando ce ne siano) nonché nella volontà del legislatore di fornire tutela adeguata all’istituzione della famiglia.
Quali sono i motivi per revocare una successione?
Errori nella redazione del testamento
Cause comuni di nullità o invalidità.
Nella prassi quotidiana si assiste ad una serie di errori comuni nei quali il testatore può incorrere e che sono tali da inficiarne la validità, comportando la nullità o, comunque, l’annullabilità del testamento.
In proposito, preme evidenziare che le cause variano a seconda della tipologia di testamento cui il soggetto ha inteso fare ricorso.
Si rammenta, infatti, che in concreto si possono distinguere le seguenti forme testamentarie:
- testamento olografo: è la forma più semplice, rappresentata dall’atto interamente scritto a mano dal soggetto, comprese data e firma;
- testamento pubblico: è redatto da un notaio, che formalizza nel testo del testamento le volontà raccolte dal soggetto testatore e appone, insieme a quest’ultimo e a due testimoni che debbono presenziare all’atto, sottoscrizione sul documento, conservandone copia al fine di tentare di arginare al massimo il rischio di distruzione o smarrimento;
- testamento segreto: è il testamento sottoscritto dal testatore e redatto con qualsiasi mezzo, che una volta predisposto viene consegnato in busta chiusa sigillata al notaio, che ne redige verbale di ricevimento avente natura di atto pubblico. La figura testé evocata presenta indubbi vantaggi, quali quello dell’assoluta riservatezza, della certezza della data nonché della conservazione garantita a fronte del rischio di distruzione e/o smarrimento.
Ciò premesso si segnala che il codice civile prevede che:
- il testamento olografo è affetto da nullità qualora difetti della caratteristica dell’autografia in ogni sua parte o manchi della sottoscrizione del testatore, mentre è considerato annullabile qualora non riporti la data della relativa redazione;
- il testamento pubblico tendenzialmente consente di evitare i rischi propri del testamento olografo, tant’è che è impugnabile a mezzo di querela di falso in merito alla provenienza dell’atto da parte del notaio che lo ha redatto ovvero in merito alla veridicità delle dichiarazioni rese dal testatore.
Mancata osservanza delle disposizioni di legge
Esempi di violazioni del codice civile.
Bisogna osservare che la libertà testamentaria incontra alcuni limiti fissati dalle disposizioni legislative.
Innanzitutto, viene fissato, a norma dell’articolo 498 del codice civile il divieto dei patti successori, comportandone in radice la nullità quando introdotti nel testamento nonostante il divieto.
Tale istituto si sostanzia nel divieto generale di disporre della propria successione o di disporre di diritti che a un soggetto possono spettare in riferimento ad una successione non ancora aperta o sulla rinuncia degli stessi e si estrinseca fondamentalmente in tre forme:
- il patto successorio istitutivo, con il quale un soggetto dispone della propria successione a mezzo di un contratto con il quale nomina o si impegna a nominare erede o legatario l’altra parte;
- il patto successorio dispositivo, mediante il quale un soggetto dispone di un diritto che gli spetta su di una successione altrui non ancora aperta;
- il patto successorio rinunciativo, con il quale un soggetto rinuncia a una eredità spettantegli di una successione non ancora aperta; in tal caso, il divieto è esteso sia alla rinuncia unilaterale sia alla c.d. rinuncia contrattualmente prevista;
- il patto successorio obbligatorio, con il quale un soggetto si obbliga a concludere un atto con il quale si obbliga a disporre della propria successione oppure un atto con il quale si obbliga a disporre di diritti che gli spettano su di una successione non ancora aperta o la rinunzia agli stessi. In quest’ultimo caso, la validità del patto dipende dalla validità degli atti esecutivi successivi.
Ulteriori divieti in materia testamentaria sono quelli che attengono:
- all’impossibilità di predisporre testamenti congiunti, ossia testamenti con i quali due o più soggetti in un unico testamento fissano le loro volontà insieme;
- all’impossibilità di disporre testamenti reciproci, ossia testamenti nei quali, nel medesimo documento, due o più soggetti dispongono in favore degli altri e viceversa.
Violazioni di tali ultime regole comportano la ricaduta applicativa dell’invalidità dell’atto.
Contestazioni tra gli eredi
Casi comuni e come gestirli legalmente.
Non è infrequente che le disposizioni testamentarie possano essere causa di contrasti tra gli eredi, ma ancor più che questioni sorgano in merito poiché il testatore potrebbe aver violato la normativa vigente in tema di successione c.d. legittima.
Prima di procedere oltre sembra opportuno rammentare la nozione della stessa successione legittima, per poi poter prendere contezza d quello che prevede la legge.
Orbene, sul punto è possibile affermare che il soggetto che dispone per testamento può liberamente disporre delle sue sostanze, ma entro certi limiti, dal momento che alcune disposizioni codicistiche (articoli 536 e seguenti) riconoscono in favore di alcuni soggetti in particolari situazioni relazionali rispetto al testatore il diritto ad ottenere una quota della massa testamentaria. Si tratta della quota di legittima, intoccabile.
La quota di patrimonio residua, c.d. “disponibile”, è quella della quale il testatore può liberamente disporre.
In specie, i soggetti considerati legittimari dalla legge italiana, cui – quindi – spetta una quota predeterminata dalla legge in caso di morte di un soggetto, sono:
- il coniuge;
- la parte dell’unione civile;
- i figli e i rispettivi discendenti;
- in caso non vi siano figli o ulteriori discendenti i genitori del de cuius.
La questione sorge allorquando il testatore, nel disporre delle proprie sostanze, non rispetti la quota di legittima come determinata o determinabile ai sensi della legge.
Ci si chiede quali siano le sorti del testamento nel caso in cui le previsioni in esso contenute violino le norme in tema di successione legittima.
Ebbene, esso resta pienamente valido ed efficace sino a quando i legittimari non procedano a promuoverne l’impugnazione, mediante la proposizione dell’azione di riduzione.
L’azione de qua si propone sostanzialmente nei confronti dei soggetti beneficiari delle disposizioni testamentarie lesive della dei rispettivi diritti ed è volta ad ottenere la riduzione delle disposizioni testamentarie e, qualora ciò non sia ancora sufficiente, anche eventualmente delle donazioni effettuate dal testatore in vita.
Procedura per richiedere la revoca della successione
Consulenza legale: quando e perché è necessaria
Ottenere una consulenza legale in materia di successioni e, in particolare, in riferimento a quelle che possono essere le criticità correlate alla predisposizione di un testamento che risulti essere inattaccabile sotto il profilo della legittimità contenutistica o delle caratteristiche proprie di ciascuna forma testamentarie può essere sempre utile.
Parimenti utile è rivolgersi ad un legale nella denegata e non creduta ipotesi in cui si voglia procedere a porre in essere la revoca del testamento, istituto meglio definito nei paragrafi precedenti, alla cui lettura si rimanda.
Come si è già detto le questioni sono più delicate qualora il testamento che si intende revocare sia un testamento pubblico o un testamento segreto, considerando che in tal caso è necessario rivolgersi nuovamente al notaio che lo ha predisposto o che lo ha ricevuto, essendo – al contrario – per il testamento olografo sufficiente che il testatore lo distrugga materialmente.
Documenti richiesti per iniziare la procedura
In realtà, la richiesta di revoca del testamento non necessita della produzione di documentazione particolare, ad eccezione, nel caso di testamento pubblico o di testamento secreto, della richiesta e conferimento dell’incarico al notaio.
Diverso è il caso in cui si voglia procedere ad impugnazione del testamento, ipotesi affatto diversa, che apre, a seguito di notifica di un atto di citazione, un processo di cognizione ordinaria nel quale occorrerà produrre in allegato e, quindi, depositare nel fascicolo di causa tutti gli elementi di prova e i documenti tali da supportare le proprie richieste
Costi e tempistiche della revoca
Come evincibile dai paragrafi precedenti un problema di costi e tempistiche si pone in materia di revoca del testamento solo ed esclusivamente nei casi di testamento pubblico o testamento segreto, in quanto trattasi delle forme testamentarie che richiedono l’intervento, per procedere alla revoca, del professionista (il notaio) che ha collaborato alla stesura o alla ricezione dell’atto.
In tal caso, i costi e le tempistiche dipendono fondamentalmente dal tariffario applicato dal notaio nonché dalle tempistiche dello stesso di lavorazione della pratica.
Normativa italiana sulla revoca della successione
Paragrafo: Breve panoramica sulle disposizioni del Codice Civile in materia di successioni.
Il codice civile prevede una puntuale disciplina della tematica della revoca della successione negli articoli 679 e seguenti, i quali, nel dettaglio, dispongono in merito a:
- revocabilità del testamento;
- revocazione espressa;
- revocazione della revocazione (istituto volto a privare di efficacia la revocazione del testamento già effettuata);
- testamento posteriore sostanzialmente incompatibile con le disposizioni contenute in un testamento precedente (revoca tacita o implicita);
- distruzione del testamento olografo;
- ritiro del testamento segreto;
- alienazione o trasformazione della cosa legata.
Si tratta, in concreto, di tutte le figure pratiche volte ad attuare la revoca del testamento o delle disposizioni testamentarie.
Impugnazione di un testamento: cosa sapere
Differenza tra revoca e impugnazione
Premesso quanto già esaminato nei paragrafi precedenti, sembra opportuno, giunti a questo punto della trattazione effettuare una distinzione sostanziale tra i due concetti di revoca e di impugnazione del testamento.
Invero, la revoca è quell’istituto cui può far ricorso il testatore in persona al fine di far venire meno gli effetti di una parte delle disposizioni testamentarie o dell’intero testamento.
Al contrario, l’impugnazione del testamento può essere promossa dai successori del testatore che, appreso il contenuto delle disposizioni testamentarie, ritengano di essere stati lesi nei loro diritti (alias nelle quote che la legge riserva loro) successori.
Impugnare un testamento olografo: normativa e casi specifici
Domande frequenti sulla revoca della successione (FAQ)
Risposte concise a domande comuni
- Cosa significa revocare una successione?
Revocare una successione, rectius un testamento, significa privare di efficacia un testamento (nella sua integrità) o una disposizione testamentaria precedentemente predisposta. Tale revoca può avvenire in maniera espressa, tacita o per effetto legale (in caso di sopravvenienza o sopravvenuta conoscenza dell’esistenza di figli). - Chi può richiedere la revoca di una successione?
La revoca del testamento o della disposizione testamentaria può essere richiesta esclusivamente dal soggetto che le ha originariamente predisposte. - Quanto costa revocare una successione?
I costi della revoca della successione dipendono dal tipo di testamento che è stato predisposto, dovendo ritenersi che, in realtà, essi debbano essere sostenuti solo in caso di testamento segreto o di testamento pubblico e dipendano dall’onorario richiesto dal notaio per l’espletamento delle relative pratiche. - Quali documenti servono per impugnare una successione?
In proposito, si deve precisare che l’impugnazione di un testamento può essere introdotta con atto di citazione. Ciò significa che si apre un processo di cognizione ordinaria e che pertanto, occorrerà produrre in allegato e, quindi, depositare nel fascicolo di causa tutti gli elementi di prova e i documenti tali da supportare le proprie richieste. - Quanto tempo ho per contestare una successione?
I soggetti che ritengono che le disposizioni testamentarie abbiano violato i propri diritti e, in particolare, abbiano leso la propria quota di legittima come legalmente determinata possono procedere a proporre impugnazione del testamento entro il termine di dieci anni dal momento dell’apertura della successione e, quindi, dalla morte del testatore. Nello stesso termine il testamento può essere impugnato qualora il testamento si ritenga sia affetto da vizi o sia ritenuto falso o ancora sia affetto da ulteriori diversi vizi.
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Chiara Biscella
Dopo la laurea in giurisprudenza presso l'Università degli studi dell'Insubria e il conseguimento del diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ho intrapreso, ment ...