Ferie obbligate (imposte) dal datore di lavoro
Il datore di lavoro ha sempre l’ultima parola sulle ferie del suo dipendente, esistono però dei limiti o meglio delle regole che egli è tenuto a rispettare affinchè vengano tenute in considerazione anche le esigenze del lavoratore.
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1. Cosa sono le ferie
Nel diritto del lavoro le ferie sono giornate di astensione dal lavoro riconosciute come un diritto per un lavoratore dipendente. Le ferie annuali sono, infatti, un diritto irrinunciabile del lavoratore dipendente, diritto garantito dall’articolo 36 comma 3° della Costituzione Italiana nel quale si statuisce, tra le altre cose, che il lavoratore ha diritto alle ferie annuali retribuite e non può rinunciarci.
Il suddetto diritto è ispirato da ragioni di tutela dell’integrità fisica, psicologica e di salute del lavoratore stesso, infatti un adeguato periodo di riposo permette il recupero psico-fisico del dipendente, il quale a seguito di ciò potrà andare incontro ad un altro periodo lavorativo. Le ferie, inoltre permettono anche al lavoratore di recuperare quelli che rappresentano i suoi rapporti familiari e sociali in genere e i momenti di svago che possono essere limitati dall’attività lavorativa.
Il riposo annuale del lavoratore, come già detto, è un diritto costituzionale la cui normativa di riferimento è data dall’art. 2019 c.c. il quale statuisce che il lavoratore ha diritto ad un periodo annuale di ferie retribuito, nel tempo stabilito dal datore di lavoro tenendo conto sia delle esigenze dell’azienda che del lavoratore. Quindi per riassumere le ferie:
- sono diritto irrinunciabile del lavoratore dipendente;
- Non sono monetizzabili, nel senso che quelle non dovute non possono essere liquidate in denaro;
- Vengono godute per periodi minimi e continuativi durante l’anno.
La durata minima delle ferie è stabilita in quattro settimane, i contratti collettivi possono estendere tale periodo ma non possono ridurlo. Esse vengono godute in un arco di tempo temporale stabilito dal datore di lavoro sulla base delle proprie esigenze organizzative, il lavoratore deve però sempre e comunque esserne informato preventivamente. Scopo del datore di lavoro deve essere quello di realizzare un equilibrio tra quelle che rappresentano le esigenze dell’impresa e quelli che sono gli interessi del dipendente.
E’ importante specificare che il suddetto periodo di quattro settimane di ferie non deve per forza essere goduto in un’unica soluzione, infatti le ferie si possono scaglionare durante l’anno, ma almeno due settimane devono essere consecutive. In ogni caso, la maturazione del periodo di ferie avviene sempre in proporzione dei mesi lavorati.
2. Ferie date dall’azienda: limiti e regole
Tutte le ferie maturate devono essere godute, infatti, i giorni di ferie non goduti non possono essere liquidati in busta paga. Di norma l’azienda deve comunicare, con largo anticipo, al lavoratore il periodo di ferie che gli spetta, il datore, inoltre, ha anche la possibilità di poter disporre un piano ferie, all’interno del quale stabilisce i periodi di ferie per tutti i suoi dipendenti, e, nel caso in cui dal piano ferie si evince che un lavoratore non esaurisce le sue, entro il termine stabilito dalla legge o da CCNL, il datore ha la facoltà di obbligarlo a consumarle entro i termini.
L’ultima parola sul periodo di assenza per ferie del lavoratore spetta sempre al datore di lavoro, quest’ultimo non può comunque obbligare il dipendente a fare le ferie avvisandolo con scarso preavviso , in quanto al lavoratore deve essere dato il tempo necessario per potergli consentire di organizzare utilmente il proprio riposo. Il dipendente può però indicare il periodo entro il quale intende usufruire delle ferie, pertanto quest’ultimo non può assolutamente prendere decisioni in merito in maniera arbitrale ed unilaterale.
Il datore può stabilire il periodo di ferie da attribuire al suo dipendente anche senza previo accordo con quest’ultimo, ma nel farlo deve comunque rispettare alcuni importanti criteri:
- Deve tener conto delle esigenze del lavoratore;
- Deve assicurare al suo dipendente il godimento di due settimane continuative di ferie;
- Deve comunicare al suo dipendente anticipatamente la collocazione del periodo di ferie che gli spetta.
Da quanto esposto si deduce che non esiste un vero e proprio limite riguardo le ferie imposte dall’azienda, nel caso in cui, però, il datore non rispetta i criteri suesposti il dipendente potrà rivolgersi, al fine di tutelarsi, sia al sindacato che al giudice del lavoro.
Logicamente il dipendente non può rifiutarsi di godere del periodo di ferie con la pretesa che queste gli vengano pagate alla conclusione del rapporto di lavoro, a tal proposito la Corte di Giustizia Europea con la sentenza n. C. 619/2016 ha stabilito che il diritto alle ferie del dipendente si esaurisce nel momento in cui quest’ultimo rinunci al godimento del periodo di riposo nonostante il datore gli abbia chiesto di farlo, pertanto le ferie richieste dall’azienda ma non godute andranno perse e non pagate.
In conclusione, nel decidere il periodo di collocazione delle ferie del suo dipendente è importante che il datore di lavoro tenga conto delle sue esigenze, ma in molti casi è sicuramente possibile o addirittura inevitabile (es. chiusura dell’azienda nel periodo natalizio) che l’azienda imponga le ferie ai propri dipendenti anche contro la volontà di questi. Ciò, però, non vuol dire che il datore di lavoro possa mettere in ferie il proprio dipendente in qualsiasi periodo dell’anno o quando lo desidera creando disagi o mettendo comunque in difficoltà il lavoratore.
Leonilde Di Tella
Fonti normative
Articolo 36 comma 3° Costituzione Italiana
Articolo 2019 c.c.
Corte di Giustizia Europea , sentenza n. C. 619/2016
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