L’impatto della cittadinanza italiana sulla tua vita finanziaria e fiscale
In questo articolo si tenterà di brevemente esporre qual è l’impatto dell’ottenimento (per diritto di nascita, iure sanguinis, o per acquisto successivo) della cittadinanza italiana sul profilo inerente alla materia finanziaria e fiscale.
Invero, è dovere imposto al cittadino quello di concorrere alle spese statali mediante il versamento delle imposte previste dalla legge, in proporzione alle proprie capacità contributive. Ciò al fine di poter concretamente godere di tutti i servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione a tutti i cittadini.
Il principio viene, d’altronde, costituzionalmente previsto e dettato all’articolo 53. Come poco sopra evidenziato, la Costituzione sancisce che l’imposta cui i cittadini sono tenuti ha carattere progressivo (c.d. criterio della progressività), asserendo che essi sono tenuti a versarla in maniera proporzionale rispetto all’aumentare del reddito.
Ma cosa significa in concreto ciò? Nulla più che essa diviene tanto maggiore quanto maggiore è il reddito. Infatti, nel sistema italiano l’importo che un cittadino è tenuto a corrispondere a titolo di imposta (il riferimento e, ovviamente, all’IRPEF, ossia alla c.d. Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, che del principio fa piena attuazione) e parametrato e calcolati in percentuale a quanto percepito e in base a diversi scaglioni. Ogni scaglione prevede, in concreto, l’applicazione di una percentuale di imposta sul reddito per i redditi compresi, appunto, nella fascia corrispondente. Attualmente, il primo scaglione prevede l’applicazione dell’imposta sul reddito nella misura minima del 23%.
L’obiettivo perseguito attraverso il principio della progressività consiste sostanzialmente nello scaricare il peso dei costi statali in misura maggiore sulle classi sociali più facoltose, con i fine precipuo di garantire allo Stato di poter intervenire in aiuto e soccorso delle classi sociali meno abbienti, garantendo a tutti i diritti e i servizi sociali minimi fondamentali. Si pensi all’accesso generalizzato all’istruzione pubblica, all’assistenza sanitaria pubblica, alla previdenza sociale e finanche all’indennità di disoccupazione nell’eventualità in cui rimangano senza lavoro e, pertanto, siano privati di reddito e rischino di mancare dei mezzi minimi per il sostentamento proprio e degli eventuali familiari a suo carico (si pensi ai figli in età scolare o, comunque, non ancora autonomi sotto il profilo professionale).
Vi è da sottolineare, tuttavia, che il principio della proporzionalità contributiva non si applica ad alcune figure di imposte di recente introduzione nell’ordinamento o a quello delle imposte indirette. Ne costituisce caso classico l’applicazione dell’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto). Fa da contraltare a quanto sin qui delineato in punto di applicazione delle imposte, obbligo che incombe, come detto, su tutti i cittadini, la possibilità di questi ultimi (intesi nell’accezione propria di soggetti che godono della cittadinanza italiana) di godere anche dei vantaggi correlati ai profili di economia e finanza. E’ il caso della facoltà di accesso alle agevolazioni fiscali eventualmente introdotte con legge ordinaria e che consente, ad esempio, la detrazione dalle imposte di particolari spese specificamente e dettagliatamente individuate ovvero di usufruire sulle agevolazioni fiscali in determinate materie.
Viene in rilievo, soprattutto, il campo delle agevolazioni in materia acquisti, finanziamenti e/o ristrutturazioni della c.d. prima casa o nel settore del recupero dei vecchi immobili. Orbene, precisato tutto quanto sopra occorre, comunque, rammentare che quello delle agevolazioni fiscali è, comunque, un settore in continua evoluzione dal punto di vista della platea dei soggetti ammessi a fruirne. Ciò in quanto, come di consueto, il Legislatore, nell’adottare le disposizioni di legge, deve, comunque, sempre tenere conto del contesto sociale in cui interviene e delle relative mutazioni. Non può non constatarsi che nel corso degli ultimi anni sono andati sempre aumentando i flussi migratori ed è andato esponenzialmente crescendo il numero dei soggetti stranieri, che, pur non avendo ancora ottenuto la cittadinanza italiana, risiedono, lavorano o studiano ed acquistano beni in Italia, radicando – quindi – su territorio italiano la propria esistenza quotidiana.
Proprio in ragione di tale constatazione, in tempi recenti, è stata dal Legislatore spesso introdotta l’estensione al ricorso di alcune di tali agevolazioni di tipo fiscale anche ai soggetti stranieri regolarmente residenti in Italia. E’, in conclusione, opportuno che il soggetto cittadino italiano conosca in maniera sufficientemente approfondita la normativa basilare in materia fiscale e tributaria onde sapere quali imposte e secondo quali tempistiche in che misura è tenuto a pagarle oppure quali sono le modalità e le tipologie di agevolazioni fiscali di cui può legittimamente fruire. Tuttavia, può accadere che la normativa sia specifica ovvero non sia agevolmente intelleggibile da parte di soggetti che non siano particolarmente esperti nel settore.
Ove si riscontrassero difficoltà in proposito è, quindi, sempre preferibile rivolgersi a professionisti specializzati in materia e che possano adeguatamente fornire delucidazioni ed eventuali consigli. Si tratta, in particolar modo, di commercialisti e avvocati tributaristi. In specie per questi ultimi, è buona norma rivolgersi ad un proprio legale di fiducia. Qualora, tuttavia, non se ne conoscano è possibile consultare gli albi professionali oppure portali, come quello di Avvocatoflash.it, che fungono da luogo virtuale di incontro tra gli utenti che necessitano di legali e avvocati esperti nei più svariati campi del diritto, il tutto nel pieno rispetto del codice deontologico forense.
Chiara Biscella
Dopo la laurea in giurisprudenza presso l'Università degli studi dell'Insubria e il conseguimento del diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ho intrapreso, ment ...