Flussi migratori: cause, conseguenze e dati aggiornati

Cosa sono i flussi migratori? Esplora le dinamiche globali della migrazione con dati e analisi dettagliate. Dati, cause e impatti dei flussi migratori: leggi il nostro articolo per un quadro completo del fenomeno migratorio.

Il fenomeno dei flussi migratori ha assunto negli ultimi anni dimensione importante. Le ragioni che sorreggono le scelte di chi decide di spostarsi dalla zona d’origine per andare verso un’altra sono le più disparate, ma possono riassumersi fondamentalmente nelle seguenti: fattori di ordine economico; lo scoppio di conflitti interni o guerre; i cambiamenti climatici che rendono difficoltoso permanere nella zona di provenienza; eventuali disuguaglianze sociali e politiche attuate dal sistema, specialmente in quei Paesi caratterizzati da regimi di tipo oppressivo.

Quale che sia la ragione giustificatrice dello spostamento non può tacersi che i flussi migratori implicano conseguenze sia nei Paesi d’origine che in quelli di destinazione. Ciò implica che le “ondate” migratorie debbano essere costantemente monitorate, in modo tale da preventivare quali saranno gli effetti eventualmente verificabili e da poter approntare soluzioni tali da consentire di fronteggiare – anche mediante politiche sovranazionali – situazioni emergenziali, anche a livello internazionale o globale.

Cosa sono i flussi migratori

Definizione e differenza tra migrazione interna e internazionale

Per fornire un quadro espositivo esaustivo appare opportuno ripercorrere la nozione di migrazione, tentando di fornire una definizione da tenere in debita considerazione per poi procedere ad un’adeguata analisi del fenomeno. Per migrazione si intende un iter di spostamento da una zona ad un’altra, sia che esso avvenga oltre i confini nazionali e, quindi, a livello internazionale (c.d. migrazione internazionale), sia all’interno del medesimo Paese, da una zona all’altra dello stesso (c.d. migrazione internazionale), e coinvolge ogni tipo di spostamento delle persone, indipendentemente dalle cause che spingono queste ultime a spostarsi.

Le spinte motivazionali che spingono alla migrazione, infatti, possono essere le più disparate e conseguono a diversi fattori. In linea del tutto generale, ma priva di valenza assoluta, può affermarsi che la migrazione interna è generalmente sorretta da giustificazioni di ordine economico o, comunque, volontario, mentre per la migrazione internazionale si aggiungono anche ulteriori motivazioni quali quelle di ordine politico, climatico o legato alle crisi geopolitiche. Nel prosieguo si tenterà, quindi, di fornire una disamina il più esaustiva possibile del fenomeno migratorio e delle dinamiche allo stesso correlate.

Tipologie di migrazione: volontaria, forzata, economica e climatica

Come evincibile da quanto sin qui brevissimamente evidenziato variegate possono essere le spinte motivazionali dei flussi migratori. Fondamentalmente si possono distinguere alcune macrocategorie, tra le quali si rammentano:

  • migrazione volontaria: in cui è il soggetto “migrante” che si delibera autonomamente nella scelta di abbandonare la zona di provenienza;
  • migrazione forzata: in cui il soggetto “migrante” è costretto a spostarsi dalle ragioni contingenti sussistenti in loco e tali da non consentire più la permanenza sul territorio;
  • migrazione economica: si tratta di una delle ipotesi più frequenti in cui i soggetti migrano da una zona economicamente depressa verso altre ritenute più ricche con lo scopo di ottenere introiti migliori ed incrementare la propria condizione appunto economica;
  • migrazione climatica: si tratta del caso in cui il soggetto migra da un Paese ad un altro o da un’area ad un’altra dello stesso Paese con il fine di fuggire dagli effetti del cambiamento climatico, i quali – come noto – possono portare ad eventi disastrosi di grande portata o a condizioni ambientali da non consentire più la sopravvivenza sul posto o da provocare una situazione ambientale insopportabile.

Cause principali dei flussi migratori

Fattori economici: ricerca di migliori opportunità lavorative

Una delle principali cause delle migrazioni risiede in fattori di ordine economico. Soprattutto in periodi di crisi, infatti, può sorgere la necessità per i consociati di spostarsi da una zona all’altra del Paese ovvero, addirittura, da un Paese ad un altro con la finalità di cercare un’opportunità lavorativa che sia più soddisfacente o che consenta di raggiungere un tenore di vita più elevato, in particolare per coloro che abbiano anche a carico familiari. Si tratta di un fattore che sorregge, quindi, la c.d. migrazione volontaria. La ricerca di opportunità lavorative migliori è, però, solo una delle spinte motivazionali che si possono porre alla base dei flussi migratori.

Conflitti e guerre: impatto delle crisi geopolitiche

Ulteriore elemento di determinazione alla migrazione è sicuramente individuato e individuabile nello scoppio di conflitti interni o di guerre. Tali avvenimenti possono, infatti, portare a situazioni distruttive tali per cui i cittadini dei Paesi coinvolti possono veder andar perse tutte le proprie sostanze (dall’abitazione ai beni anche di prima necessità) fino a rischiare anche la propria vita. Ciò fa sì che si opti per il trasferimento in zone o Paesi, che, invece, non sono coinvolti nei conflitti e in cui, quindi, poter vivere un’esistenza più serena.

Cambiamenti climatici: migrazioni ambientali e rifugiati climatici

Oltre alla necessità di andare in cerca di opportunità lavorative tali da consentire di migliorare la propria condizione economica e a quella di sfuggire allo stato di guerra dichiarato nel Paese di provenienza, un ulteriore elemento che può essere all’origine di flussi migratori può essere costituito dalla circostanza che in loco si verifichino eventi climatici di portata disastrosa. Si pensi a inondazioni, nubifragi, uragani, tornadi, tutti quegli eventi climatici che possono mettere gravemente a rischio la sopravvivenza nei luoghi di residenza sì che la scelta di spostarsi verso altri lidi risulta praticamente inevitabile.

Disuguaglianze sociali e politiche: regimi oppressivi e instabilità

Infine, fattore emergenziale che può fungere da elemento di convincimento alla migrazione è da rintracciarsi nelle politiche discriminatorie o, comunque, oppressive nei confronti di una parte della popolazione per ragioni religiose, culturali, basate sul sesso o ancora in ragione dell’appartenenza ad una determinata minoranza o appartenenza politica. Anche in questi contesti, infatti, la qualità di vita può essere talmente precaria e complessa da spingere chi subisce tali disuguaglianze a spostarsi in aree in cui sembra che possano evitare di esservi assoggettato.

Conseguenze dei flussi migratori

Effetti sui Paesi di origine: spopolamento e fuga di cervelli

Lapalissiano è il fatto che i flussi migratori in sempre maggiore espansione di frequenza temporale comportano alcune conseguenze tanto nei Paesi di origine quanto in quelli di destinazione. Dal primo punto di vista i flussi migratori hanno sostanzialmente due principali ricadute pratiche:

  • lo spopolamento, ossia il calo demografico dovuto al trasferimento della popolazione residente verso altre zone;
  • la c.d. fuga dei cervelli: se ne parla di norma, soprattutto, quando le persone, in età lavorativa e, comunque, con qualifiche professionali anche discretamente elevate migrino all’estero per andare in cerca di opportunità lavorative migliori o meglio retribuite. Ciò implica che tali figure professionali vengono a mancare nel Paese di provenienza, cagionando non pochi problemi. Si pensi, ad esempio, quando a spostarsi è il personale sanitario altamente specializzato o qualificato.

Effetti sui Paesi di destinazione: impatti economici e culturali

Fanno da contraltare a quanto descritto al punto precedente le conseguenze concrete che si verificano nei Paesi di destinazione e che possono essere riassunti nei due seguenti:

  • impatti di tipo economico: l’avvento di migranti, infatti, richiede, da un lato, che vengano stanziati fondi al fine di sostenere le spese che riguardano la prima accoglienza nonché l’eventuale predisposizione di attività idonee a consentirne l’integrazione, mentre, dall’altro, porta, ricevendo persone in età prevalentemente lavorativa, ove opportunamente impiegate di aumentare la forza lavoro e conseguentemente anche il PIL (prodotto interno lordo).

Sfide legate all’integrazione e alle politiche di accoglienza

Le principali sfide dei flussi migratori sono, quindi, volte a potenziare l’integrazione dei migranti nella società e implementare le politiche di accoglienza sul territorio. A tanto si può ipotizzare di provvedere mediante l’organizzazione di corsi formativi, di cultura generale, di lingua, o, per i soggetti in età scolare, favorendone l’inserimento nelle classi della scuola dell’obbligo. Per quanto attiene alle politiche di accoglienza istituite sul territorio esse si attuano attraverso, innanzitutto, la prima accoglienza che viene assicurata ai migranti immediatamente dopo l’ingresso sul territorio, ma solo per il tempo strettamente necessario ad effettuare i primissimi interventi di assistenza materiale e sanitaria, unitamente alle procedure di identificazione, e successivamente presso strutture attivate dalle Prefetture sull’intero territorio nazionale, che si attuano per provvedere ad erogar loro tutti i servizi essenziali. La seconda fase è, invece, assicurata mediante la previsione di progetti di assistenza alla persona e di integrazione nel territorio, attivati dagli enti locali, che a tal fine possono sfruttare le risorse finanziarie messe a disposizione dalle Istituzioni.

Dati e statistiche sui flussi migratori globali

Numeri aggiornati e trend delle migrazioni nel mondo

Il fenomeno dei flussi migratori è assoggettato ad un costante monitoraggio da parte del Ministero dell’interno, con il fine di valutarne l’andamento e comprendere se vi siano emergenze di sorta e comprendere come sia possibile intervenire. I dati aggiornati vengono pubblicati sulla relativa pagina consultabile al link di seguito riportato: https://www.interno.gov.it/it/stampa-e-comunicazione/dati-e-statistiche/sbarchi-e-accoglienza-dei-migranti-tutti-i-dati oltre che alla seguente pagina web: http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/it/documentazione/statistica/cruscotto-statistico-giornaliero .

Le disamine caricate sono costantemente aggiornate ed effettuano un raffronto tra i medesimi periodi negli ultimi tre anni (2023-2024-2025) e lasciano intendere come il fenomeno, seppur in lieve calo si caratterizzi, in ogni caso, per una serie di picchi in cui in determinati periodi si rileva che fanno accesso sul territorio anche centinaia di migranti al giorno. Tra essi sono ricompresi anche minori non accompagnati, questi, tuttavia, in un numero in costante e forte calo. In linea generale si vedrà come le rotte principali siano quelle che dall’Asia e all’Africa si dirigono verso l’Europa, in particolare, salvo il primo approdo nel Paese più vicino, verso i Paesi del nord Europa. Come si vedrà nel prosieguo non unica è la provenienza degli immigrati che giungono sul territorio, giungendo essi dai paesi più disparati.

Principali rotte migratorie e Paesi di origine/destinazione

Come può sembrare intuitivo si può sottolineare come i Paesi di provenienza dei migranti possono identificarsi con i Paesi che versano in un generale stato di difficoltà economica o povertà o che, comunque, presentano situazioni di estrema difficoltà, in conseguenza dello scoppio di guerre o conflitti, anche interni. Essi si spostano tendenzialmente verso Paesi che ritengono essere in qualche modo in grado di offrire loro una condizione di vita migliore o più stabile, orientandosi normalmente verso quelli tra gli anzidetti Paesi che sono più facili da raggiungere. Prendendo a titolo di esempio la situazione italiana nei primi due mesi dell’anno 2025 è stato rilevato che i migranti quivi giunti provengono (in ordine numerico decrescente) dai seguenti Paesi:

  • Bangladesh
  • Pakistan
  • Siria
  • Egitto
  • Eritrea
  • Etiopia
  • Tunisia
  • Algeria
  • Sudan
  • Afghanistan
  • ulteriori e diverse provenienze

Si aggiunga che le rotte migratorie principali sono quelle che dal continente asiatico e dal continente africano giunge sino al continente europeo.

Politiche migratorie e diritto d’asilo

Differenze tra politiche restrittive e inclusive

In argomento si possono distinguere in materia migratoria fondamentalmente:

  • politiche restrittive, il cui obiettivo principale è quello di limitare il flusso migratorio in ingresso, aumentando i controlli da effettuare lungo i confini nazionali e imponendo dei requisiti restrittivi per il rilascio dei permessi di soggiorno. Nei casi in cui si ritenga, inoltre, pericoloso l’ingresso dei migranti sul territorio interno possono addirittura essere finalizzate al rimpatrio;
  • politiche inclusive, che vengono attuate al fine di rispondere alle esigenze dei migranti e che, allo stato attuale, sono volte ad attuare strategie di decentramento organizzativo. Il compito organizzativo e di gestione dei flussi migratori risulta, infatti, attualmente devoluto ai governi locali, che si occupano di predisporre piani di intervento e di ripartizione delle risorse.

Il ruolo delle organizzazioni internazionali

Fondamentale importanza assumono le politiche internazionali nella gestione dei flussi migratori anche per il futuro. Infatti, solo una visione globale e coordinata tra i diversi Stati membri può far sì di consentire a tutti i Paesi di arrivo di poter esaltare le potenzialità intrinseche dei migranti. Ovviamente per fare ciò è necessario che gli oneri economici ed organizzativi non vengano accollati solo ed esclusivamente in capo al Paese di destinazione, ma che vengano ripartiti e gestiti a livello sovranazionale. Ruolo di fondamentale importanza è sul punto assunto dalle organizzazioni internazionali (o sovranazionali), che si propongono di studiare in maniera concertata con i diversi Paesi che ne fanno parte politiche migratorie che possano essere valide in tutti gli Stati membri e che risultino da tutti sostenibili. Si pensi all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, la quale si propone di studiare i flussi migratori, tentare di gestirli in maniera sicura, favorendo, altresì, innanzitutto, l’integrazione dei migranti nel tessuto sociale, garantendo la tutela dei loro diritti e dignità, avendo di mira, ove possibile, di tentare di reinserirli nel Paese di provenienza quando la situazione emergenziale sia rientrata.

Futuro dei flussi migratori: scenari e soluzioni

Possibili evoluzioni del fenomeno migratorio

In un contesto quale quello che si prospetta attualmente e che sembra portare ad attendersi un aumento costante dei flussi migratori sembra inevitabile pro futuro che l’impegno debba essere tutto orientato al fine di costruire un sistema universale e globale, prendendo le mosse da un impegno pedagogico, culturale e politico che sia volto all’affermazione e al rafforzamento della consapevolezza e della responsabilità di tutti i consociati di appartenenza ad una comunità unica in cui godano degli stessi diritti e siano assoggettati agli stessi doveri. Sarà, quindi, necessario strutturare o riformulare le politiche economiche e commerciali nell’ottica di una riduzione o eliminazione delle disuguaglianze nonché dell’incremento della cooperazione della solidarietà tra le genti. Solo in tal modo, quindi, sarà possibile affrontare e gestire i flussi migratori in maniera ordinata, regolare, sicura e come frutto di scelta libera e non obbligata.

Strategie per una gestione sostenibile della migrazione

Si può, quindi, concludere ribadendo come l’obiettivo di una migrazione sicura e rispettosa dei diritti umani non possa che passare attraverso l’applicazione di principi di cooperazione internazionale e condivisione degli oneri, facendo in modo di condurre ad una completa integrazione di coloro che ripettino i requisiti fissati dalla legge. Il tutto nell’ottica di un incremento della popolazione e del tasso di occupazione nel contesto nazionale e internazionale.

Per rendere sostenibile il fenomeno migratorio è, quindi, necessario che essi risulti essere una risorsa preziosa per il Paese di accoglienza e per fare in modo che ciò avvenga è indispensabile attuare strumenti volti a consentire al massimo l’integrazione dei migranti in entrata nel tessuto sociale, favorendone, soprattutto, la formazione e l’impiego.

FAQ sui flussi migratori

Cosa si intende per flussi migratori?
I flussi migratori si riferiscono agli spostamenti di gruppi di persone da un'area geografica a un'altra, sia all'interno di un Paese che a livello internazionale. Le migrazioni possono essere volontarie, come nel caso di chi si trasferisce per motivi di lavoro, o forzate, come per rifugiati e sfollati a causa di guerre o disastri naturali.

Quali sono le principali cause della migrazione?
Le cause della migrazione sono molteplici e includono fattori economici (migliori opportunità di lavoro), conflitti armati, persecuzioni politiche, cambiamenti climatici e disastri naturali. Anche le disuguaglianze sociali e le crisi umanitarie giocano un ruolo importante.

Quali sono le conseguenze dei flussi migratori?
Le migrazioni hanno effetti sia sui Paesi di origine che su quelli di destinazione. Nei Paesi di origine possono portare alla perdita di forza lavoro qualificata, mentre nei Paesi di destinazione possono stimolare l’economia ma anche generare sfide sociali e culturali legate all’integrazione.

Quali sono le principali rotte migratorie nel mondo?
Le principali rotte migratorie includono il Mediterraneo (dall’Africa all’Europa), la rotta balcanica, il confine tra Messico e Stati Uniti, e le migrazioni interne in Asia e Africa. Ogni rotta ha caratteristiche specifiche in termini di cause, pericoli e volumi di persone coinvolte.

Che differenza c’è tra rifugiato e migrante economico?
Un rifugiato è una persona costretta a lasciare il proprio Paese a causa di persecuzioni, guerre o violazioni dei diritti umani. Un migrante economico, invece, si sposta principalmente per migliorare la propria condizione economica, senza necessariamente essere in pericolo di vita.

Come vengono regolati i flussi migratori a livello internazionale?
I flussi migratori sono regolati da trattati e accordi internazionali, come la Convenzione di Ginevra per i rifugiati. Ogni Paese ha le proprie politiche migratorie, che variano in base a fattori economici, politici e sociali.

Quali sono le previsioni future per i flussi migratori?
Si prevede che i flussi migratori continueranno a crescere a causa di conflitti, crisi climatiche e squilibri economici. La gestione sostenibile della migrazione sarà una delle principali sfide per i governi e le organizzazioni internazionali nei prossimi decenni.

Avvocato Chiara Biscella

Chiara Biscella

Dopo la laurea in giurisprudenza presso l'Università degli studi dell'Insubria e il conseguimento del diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ho intrapreso, ment ...